Lo shock traumatico può essere secondario a un trauma di qualunque natura.
Lo shock traumatico può manifestarsi anche senza alcuna perdita di sangue, ma va considerato che esso spesso è conseguente ad una emorragia, soprattutto emorragie interne, e specialmente quelle intra o retro–peritoneo.
Due varietà di shock traumatico presentano delle particolarità:
- la sindrome di Bywaters, che viene osservata in occasione del decorso dopo traumi da schiacciamento muscolare, l’arto colpito è livido, insensibile al freddo, con un edema duro, le urine si presentano di colore scuro violaceo per la presenza di mio – emoglobina. Dopo qualche giorno nel paziente potrebbe presentarsi un’assenza di urine.
- Lo shock secondario di un arto, l’arto oggetto del trauma, dopo la rimozione del laccio applicato alla radice, può subire gli effetti secondari dello shock traumatico. Si possono evitare l’ischemia ed altre conseguenze refrigerando l’arto e rimuovendo gradatamente il laccio.
La diagnosi di shock traumatico si basa sui seguenti elementi:
- l’ossevazione del tempo intercorso tra il trauma e la comparsa dei sintomi.
- I segni: pallore cianotico, sudorazione, angoscia, agitazione, respiro breve e superficiale, piedi e mani freddi. Collasso vascolare, polso rapido ma insufficiente, calo della pressione arteriosa, pupilla dilatata.
Una volta formulata la diagnosi, occorre eseguire esami mirati a verificare l’esistenza di possibili emorragie. Vanno monitorati pressione arteriosa e volume ematico, il grado di acidosi ed i livelli di potassio nel sangue.
Trattamento
Deve essere precoce:
- eziologico, trattamento delle lesioni traumatiche e delle emorragie esterne ed interne.
- Trasfusionale, per reintegrare i volumi del flusso sanguigno.
- Di correzione dell’eventuale acidosi a mezzo e.v.
- Di ossigenoterapia, previo controllo che le vie aeree superiori siano libere.
Monitoraggio del paziente, della pressione arteriosa, scongiurando per tempo complicanze come l’anuria o altri danni.