La Food and Drug Administration (Fda) ha emesso un piano – atteso da tempo – per aggiornare i regolamenti dei prodotti per la protezione solare commercializzati negli Stati Uniti. La mossa potrebbe comportare importanti cambiamenti a filtri solari molto diffusi, molti dei quali contengono sostanze chimiche che, secondo l’agenzia regolatoria, non sono state dimostrate sicure.
«Da quando è stata fatta la valutazione iniziale di questi prodotti, abbiamo accumulato numerose nuove conoscenze sugli effetti del sole e sulle modalità di assorbimento delle creme solari attraverso la pelle», ha dichiarato in una nota il commissario della Fda Scott Gottlieb.
I prodotti da banco per la protezione dai raggi del sole sono regolamentati dalla Fda in base al Sunscreen Innovation Act, un processo messo in atto nel 2014, ma alcuni ingredienti possono essere commercializzati senza passare attraverso questo vaglio, perché sono generalmente considerati sicuri.
Il nuovo regolamento propone di mantenere la libera distribuzione, senza bisogno di altre approvazioni, di certi ingredienti e formulazioni, come ossido di zinco e biossido di titanio, ma due sostanze sono scomparse dall’elenco: il PABA e il salicilato di trolamine, oggi ritenuti “non sicuri” e, per altri dodici ingredienti, la Fda ha chiesto alle aziende produttrici nuovi dati che ne confermino la sicurezza.
Anche le etichette dovranno cambiare: gli ingredienti attivi dovranno comparire in primo piano e ci saranno indicazioni informative sulle conseguenze che l’eccessiva esposizione al sole comporta per l’invecchiamento della pelle e per il rischio di melanoma.
Il valore massimo del fattore di protezione solare (Spf) potrà passare da +50 a +60; «riteniamo che non ci siano dati a supporto di ulteriori benefici per un fattore superiore a 60», ha affermato Theresa Michele, direttrice della Divisione Prodotti da banco della Fda, ma l’agenzia propone di autorizzare prodotti con Spf fino a 80, per dare più flessibilità ai produttori. In ogni caso, anche i solari con protezione di almeno 15 dovranno garantire una protezione ad ampio spettro; poi, con l’aumento dell’Spf, dovrà crescere anche la protezione contro i raggi Uva. Come d’abitudine, la Fda sollecita la partecipazione alle decisioni da parte di addetti ai lavori e semplici cittadini, a cui sono lasciati tre mesi per inviare commenti e proposte.