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La dieta nella malattia renale cronica

La dieta nella malattia renale cronica

Quando il rene non sta bene le sue molte funzioni possono essere compromesse e allora occorre intervenire anche con una dieta povera di sodio, di fosforo e di proteine.
Queste ultime devono essere frutto di una selezione, privilegiando quelle migliori. In alcuni casi può servire anche ridurre i livelli di calcio e di potassio.
La finalità della dieta è quella di migliorare la funzionalità renale, evitando che si arrivi ad una condizione di grave “Insufficienza”, evitando anche che nel sangue si riversino elementi come “rifiuti” provenienti dall’alimentazione, non adeguatamente filtrati dal rene, che una volta in circolo vanno ad alterare l’equilibrio elettrolitico dell’organismo.
Una dieta protettiva per il rene va elaborata da uno specialista nutrizionista sulle esigenze specifiche del paziente e sul suo quadro clinico personale.

Vanno considerati come fondamentali alimenti e sostanze che possono influenzare le funzioni renali:

  • il sodio, un minerale che si trova in tanti alimenti naturali, che non va confuso con il sale, che è invece un insieme di sodio e cloruro, per cui gli alimenti possono contenere solo sodio o sale aggiunto, soprattutto negli alimenti trasformati , col risultato di avere degli alimenti con un livello più alto di sodio.
  • Sodio, potassio e cloruro sono i tre elettroliti che regolano il flusso dei liquidi presenti in cellule e tessuti in entrata e uscita.

L’azione del sodio:

  • regola i livelli di pressione e volume del sangue;
  • regola le funzioni dei nervi e quelle della contrazione muscolare;
  • regola la funzione di equilibrio acido-base del sangue;
  • controlla e determina i flussi di liquidi che il corpo acquisisce o elimina.

E’ dunque importante tenere d’occhio la quantità di sodio che una persona con un problema renale può assumere quotidianamente, poiché quantità eccessive di sodio possono risultare dannose alla persona, non essendo il rene nella condizione di eliminare né il sodio né i liquidi in eccesso, con conseguenze quali:

  • sete continua;
  • gonfiore di mani, gambe e viso (Edema);
  • innalzamento della pressione sanguigna;
  • insufficienza cardiaca;
  • difficoltà respiratorie, causate possibilmente da liquidi che invadono i polmoni.

Le persone affette da malattie renali o da insufficienza renale dovrebbero per prime vigilare sulle quantità di sodio che assumono, controllando le etichette dei singoli alimenti, preferendo alimenti freschi a quelli confezionati, solitamente addizionati di sodio, e per questi ultimi, quando i soli a disposizione, prendere solo quelli a più basso contenuto di sodio.
Abituarsi ad alimenti cotti in casa e a non aggiungere sale, limitare le porzioni, e dare spazio nella dieta a frutta e verdura.

Il Potassio è presente nel corpo umano ed anche in molti alimenti, è un regolatore del battito cardiaco e presiede alle funzioni muscolari, regola l’equilibrio e il flusso di liquidi e sali minerali nel sangue.
Tra le funzioni del rene c’è quella di approvvigionare il corpo della giusta quantità di potassio, liberando nelle urine quella in eccesso.

Se la funzione renale è compromessa e il rene non riesce ad espellere il potassio di troppo, occorre dunque tenerne d’occhio i livelli, dato che un alto livello di questo elemento nel sangue (Iperkaliemia) può causare:

  • alterazione del battito cardiaco;
  • spossatezza con debolezza muscolare;
  • infarto;
  • decesso.

Alcuni provvedimenti possono essere utili ad un mantenimento di livelli corretti di potassio nel sangue, per cui le persone con questo problema dovrebbero essere innanzitutto seguite da un nutrizionista esperto per la compilazione di un corretto piano alimentare, ma anche regolare alcune scelte alimentari proprie come:

  • ridurre gli alimenti  che contengono potassio;
  • ridurre gli alimenti a base di latte e latticini;
  • controllare le etichette dei singoli alimenti;
  • ridurre le porzioni del pasto, preferire frutta e verdura nella dieta, e cercare infine di annotare le scelte fatte in un diario alimentare.

Il fosforo è un minerale fondamentale, nutre e sostiene le ossa ma anche il tessuto connettivo ed aiuta la struttura muscolare. A livello metabolico il fosforo proveniente dalla digestione viene assorbito nell’intestino tenue e successivamente conservato nelle ossa.
E’ dunque importante tenere d’occhio la quantità di fosforo che una persona con un problema renale può assumere quotidianamente.

Se i reni non riescono a rimuovere il fosforo in eccesso nel sangue, allora delle quantità eccessive possono risultare dannose alla persona, con conseguenze quali l’indebolimento delle ossa che il fosforo in eccesso depriva di calcio, e che estrae accumulando nei vasi sanguigni, nei polmoni, nel cuore creando depositi diffusi di calcio pericolosi per il paziente.

Alcuni provvedimenti possono essere utili ad un mantenimento di livelli corretti di fosforo nel sangue, per cui le persone con questo problema dovrebbero essere innanzitutto seguite da un nutrizionista esperto per la compilazione di un corretto piano alimentare, ma anche regolare alcune scelte alimentari come:

  • ridurre gli alimenti che contengono fosforo;
  • includere nella dieta alimenti contenenti proteine di qualità;
  • controllare le etichette dei singoli alimenti individuando la scritta “Phos”;
  • ridurre le porzioni del pasto;
  • preferire frutta e verdura nella dieta e cercare infine di annotare le scelte fatte in un diario alimentare.

Tutto bene quando il rene funziona ed è in grado di filtrare i prodotti provenienti dagli alimenti e di smaltire gli eccessi, trasformarne altri, come le proteine, i cui scarti vengono filtrati dai nefroni e successivamente espulsi come urine.
Quando invece il rene non funziona bene gli scarti proteici, non venendo smaltiti, finiscono nel sangue. Con questo tipo di problema bisognerà che un paziente con malattia renale cronica assuma delle proteine in modo proporzionale al tipo e al grado di danno presente nel rene
Dovrà essere lo specialista nefrologo o il nutrizionista esperto di problemi renali  ad assegnare la corretta quantità di proteine assumibili dal paziente, che  essendo comunque necessarie  ​​sono essenziali per la buona salute dei tessuti e il loro mantenimento e per altre funzioni organiche.

Occorre fare attenzione ai liquidi in transito nel corpo, soprattutto quando si sta cercando di migliorare le funzioni renali con buoni risultati.
Pur essendo necessario l’apporto di liquidi va evitato che si verifichi un accumulo degli stessi, che rappresenterebbe un rischio di peggioramenti per il paziente per cuore e polmoni, soprattutto per i pazienti sottoposti a dialisi, che potrebbero avere una minore produzione di urina, pur avendo maggiori quantità di fluidi nel corpo.
Per monitorare l’assunzione di liquidi meglio evitare di bere più di quanto prescritto dal medico, includere nel controllo anche gli alimenti facilmente trasformabili in liquidi come le gelatine, i gelati, ecc., e limitare l’uso dei liquidi utile alla cottura dei cibi.

In breve, essere sempre seguito dallo specialista e dal nutrizionista, osservare i dettami della dieta per limitare e anche migliorare i danni della malattia renale cronica.

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