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Quando è presente soltanto una scarsa concentrazione plasmatica di O2, si ha un’insufficienza respiratoria “ipossiemica” (tipo I o parziale), di comune riscontro in associazione a malattie polmonari come la polmonite o l’edema polmonare. Quando è presente anche una concentrazione plasmatica di CO2 più elevata del normale si parla di insufficienza respiratoria “ipercapnica” (tipo II o totale), tipicamente associata alle forme gravi/avanzate di broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) e di asma.

L’eccesso di CO2, che nel plasma si trasforma in acido carbonico (H2CO3) e carbonato di idrogeno (HCO3-), promuove la diminuzione del pH ematico, che da neutro diventa debolmente acido. Questa condizione viene parzialmente corretta dai reni che “tamponano” il pH del sangue, riportandolo verso la neutralità, attraverso l’aumento della concentrazione plasmatica di HCO3- (che viene maggiormente riassorbito dal tubulo renale anziché escreto con le urine).

Tuttavia, quando l’insufficienza respiratoria e l’aumento della concentrazione plasmatica di CO2 sono significativi, il meccanismo omeostatico renale non è più sufficiente a garantire un pH ematico neutro e si instaura la cosiddetta “acidosi respiratoria”, condizione che rappresenta a tutti gli effetti un’emergenza medica poiché gran parte delle funzioni fisiologiche fondamentali dell’organismo sono impostate per svolgersi in presenza di un pH ematico intorno a 7,3-7,4.

L’insufficienza respiratoria può essere acuta o cronica: la prima insorge in modo rapido e improvviso (per esempio, a causa di un trauma toracico o di un edema dell’epiglottide su base allergica); la seconda ha un esordio più graduale e può persistere per mesi o anni, peggiorando in modo brusco a causa di fenomeni estemporanei come un’infiammazione o un’infezione respiratoria acuta (come avviene, per esempio, in occasione delle riacutizzazioni di BPCO o di fibrosi polmonare).

Chi soffre di insufficienza respiratoria cronica, spesso, presenta anche il cosiddetto “cuore polmonare”, una condizione cardiaca caratterizzata dalla dilatazione del ventricolo destro del cuore, con conseguente compromissione della funzione di pompa e insorgenza di insufficienza cardiaca destra.

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