Oltre ai già citati pressured sexting e nonconsesual forwarding, negli ultimi anni sia la letteratura scientifica che i media dedicano ampio spazio ai rischi nati dalla condivisione di materiale personale e intimo all’interno di social media e piattaforme messaggistiche online.
Tra questi, due sono quelli maggiormente discussi: il revenge porn e le sollecitazioni sessuali online.
Revenge porn:
Per revenge porn si intende la distribuzione di immagini o video sessualmente espliciti di una persona senza il consenso della stessa (Citron & Franks, 2014). Spesso da parte di un ex-partner, con l’obiettivo di minacciare o umiliare la persona in questione, questi contenuti possono essere stati originariamente ottenuti con consenso oppure, al contrario, tramite coercizione, oppure ancora tramite telecamere nascoste e intrusione in un dispositivo connesso a Internet.
Il revenge porn rientra quindi all’interno della pornografia non consensuale, sviluppatasi a macchia d’olio negli ultimi anni in numerosi siti online ad essa specificamente dedicati.
L’impatto di questa distribuzione illecita di materiale intimo e personale include umiliazione pubblica, sentimenti di vergogna e difficoltà di iniziare una nuova relazione, maggiore rischio di stalking e vittimizzazione offline, oltre a complesse conseguenze psicologiche come attacchi di panico, ansia, depressione, disturbo da stress post-traumatico.
Solo di recente ed in seguito ai sempre più numerosi casi mediatici si stanno studiando delle risposte a livello giuridico per provare a contrastare questo fenomeno in crescita. In Italia, nello specifico, è solo del 2019 il disegno di legge che introduce l’articolo 612-ter nel Codice penale, che fa riferimento alla diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti. In questo articolo il revenge porn, tradotto come “pornografia non consensuale” viene definito come l’atto di condivisione di immagini o video intimi di una persona senza il suo consenso, attuato sia online che offline.
Sollecitazioni sessuali online:
Una recente ricerca ha dimostrato che fare uso di sexting da parte di adolescenti aumenta la probabilità di essere vittima di sollecitazioni sessuali da parte di un adulto entro un anno.
Le sollecitazioni sessuali vengono definite come richieste o incoraggiamenti ad iniziare una conversazione a sfondo sessuale, condividere informazioni personali a livello sessuale, iniziare un’attività sessuale, con o senza il consenso dell’altra persona.
Possono essere quindi suddivise in diverse forme:
- sollecitazioni sessuali online;
- sollecitazioni sessuali da parte di adulti o pari, da parte di persone conosciute anche offline o solo online, volute o non richieste.
La ricerca di Sklenarova e colleghi mostra che su 2238 partecipanti (adolescenti dai 14 ai 17 anni), il 51% ha avuto almeno un’esperienza sessuale online nell’ultimo anno, tra questi il 14.5% dichiara di averla avuta esclusivamente con un adulto e il 52.7% esclusivamente con un pari (o percepito tale), il 31.8% dichiara invece esperienze miste.
La maggior parte degli adolescenti valuta queste esperienze come positive e non si percepisce come vittima di sollecitazioni sessuali. Infine, il 5.9% e il 10.4% degli adolescenti riporta di aver avuto esperienze negative rispettivamente con pari e adulti.
In base a questi risultati è possibile comprendere come sia estremamente frequente che adolescenti e giovani adulti utilizzino internet per avviare conversazioni a sfondo sessuale con persone non sempre conosciute anche offline. Questo può aumentare il rischio di avere esperienze con persone che si fingono pari, ma che in realtà sono adulti sotto falso profilo. Non solo, possono aumentare i rischi di coercizione sessuale, comportamenti sessuali a rischio, vittimizzazione egrooming, ovvero l’essere amichevole e manipolatore con un minore, soprattutto su internet, con lo scopo di ottenere – tramite persuasione – favori sessuali non sempre riconosciuti come tali dal minore (Cambridge University Press, 2020).
La letteratura si focalizza prevalentemente su questa fascia d’età proprio perché rispetto alle altre risulta essere quella più a rischio, sia per quanto riguarda i fattori di rischio stessi, che per le conseguenze psicologiche e sociali derivanti dalle interazioni online a scopo sessuale. A livello educativo quindi, assumono grande importanza tutti quei programmi e interventi che consentano a adolescenti e giovani adulti di sviluppare consapevolezza riguardo alle proprie azioni online.