La pornografia rientra in quelli che in letteratura vengono denominati SEM (sexually explicit material) e SEIM (sexually explicit internet material). Si tratta di immagini, video, gifs e clip create da professionisti oppure in modo amatoriale, che ritraggono attività sessuali in modo chiaro e non censurato, con lo scopo di eccitare chi le utilizza.
SEM e SEIM vengono suddivisi in:
- affection-themed: questa categoria fa riferimento a materiale che rappresenta un contesto intimo, dove i partner sessuali mostrano affetto reciproco e il rapporto sessuale è una trasposizione fisica di sentimenti di amore e affetto.
- Dominance-themed: in questo gruppo vengono invece rappresentate coppie con un partner dominante (indipendentemente dal sesso) che impone i suoi desideri all’altro, spesso degradandolo.
Nel secondo gruppo vengono invece rappresentate coppie con un partner dominante (indipendentemente dal sesso) che impone i suoi desideri all’altro, spesso degradandolo. - Violence-themed: questa terza categoria infine mostra un contesto di aggressione e violenza nei confronti di uno o più partner sessuali, ritraendo punizioni e dolore fisico, sia lieve che di entità maggiore.
Già da molti anni la letteratura si interroga sulle possibili conseguenze negative che pornografia, SEM e SEIM possono causare alle persone che li utilizzano volontariamente, soprattutto se si tratta di adolescenti e minorenni. Interessanti sono invece gli spunti di ricerche che si soffermano sull’esposizione involontaria e accidentale.
È importante sottolineare che questi contenuti includono la pornografia, ma non sono solo unicamente di tipo pornografico: si possono rintracciare all’interno di testi di canzoni, nei social media, nelle pubblicità e nei programmi televisivi. Quando non si tratta di contenuti esclusivamente espliciti, vengono invece denominati Sexual Media.
La meta-analisi di Coyne e colleghi descrive come l’esposizione indesiderata a SEM nei media correla positivamente con attitudini sessuali più permissive, maggiore accettazione del mito dello stupro e maggiori attività sessuali a rischio, soprattutto per giovani adulti e adolescenti.
Proprio riguardo a quest’età, Vandenbosch (2015), in uno studio condotto con ragazzi dai 13 ai 17 anni, attesta che il 72.6% del campione dichiara di essere stato esposto a SEIM negli ultimi 6 mesi; i ragazzi hanno più probabilità di essere esposti a questi contenuti rispetto alle ragazze; infine gli adolescenti più grandi sono maggiormente esposti a contenuti di tipo violento e dominante (dominance-themed, e violence-themed) rispetto ai più giovani.