Conoscere a grandi linee questi due organi vitali, ci aiuta a comprendere come l’ossigeno contenuto nell’aria che respiriamo irrori il nostro corpo e si trasformi in energia per i nostri muscoli.
Il CUORE è un muscolo che accoglie il sangue che arriva dalle vene e, contraendosi, lo “spara” nelle arterie, che lo spingeranno in tutto il corpo. Il sangue che giunge al cuore, proviene dai polmoni, dove c’è l’aria che abbiamo appena inspirato, ed è quindi ben ossigenato e pronto a cominciare il suo viaggio nel corpo umano, partendo dall’arteria aorta. A mano a mano che ci si allontana dal cuore e si viaggia verso le zone periferiche, le arterie si rimpiccioliscono, diventando arteriole e poi capillari arteriosi. Questi ultimi cedono l’ossigeno contenuto nel sangue e, per così dire, attuano l’incontro con quelli che sono, invece, i capillari venosi verso i quali comincerà a confluire il sangue oramai “utilizzato”, quello che, attraverso il processo di combustione, per il quale ha ceduto l’ossigeno che trasportava, è oramai ricco di anidride carbonica e deve ritornare, con un percorso a ritroso attraverso le vene, ai polmoni per riossigenarsi.
I globuli rossi trasportano l’ossigeno, ma possono farlo solo grazie all’emoglobina, ne deriva che la capacità che abbiamo di muovere i nostri muscoli dipenda dalla presenza in sufficiente quantità di entrambe queste sostanze.
I POLMONI, insieme alla trachea e poi ai bronchi, ai bronchioli ed agli alveoli polmonari, costituiscono alcuni degli organi interessati alla respirazione ed all’ossigenazione del sangue. L’aria ricca di ossigeno, contenuta negli alveoli polmonari e fresca di inspirazione, viene ceduta al sangue pieno di anidride carbonica, sangue già utilizzato dall’organismo. L’anidride carbonica verrà espulsa con l’espirazione, mentre il sangue nuovamente ossigenato sarà rimesso in circolo dall’azione di pompa del cuore.
I polmoni hanno un aspetto spugnoso e piramidale con la parte più grande in basso. Con un atto respiratorio si introduce mediamente mezzo litro di aria, ma un’inspirazione massima può arrivare a farne inalare anche 2,5 litri. Va da sé che anche un’azione semi involontaria come la respirazione può essere non solo migliorata, ma allenata e portata anche a livelli estremi, quando si parla di performance atletiche (respirazione glosseo faringea o carpa). Una numerosa serie di muscoli sono interessati all’azione di inspirazione ed espirazione: quelli della gabbia toracica ed il diaframma. Trattandosi appunto di muscoli, come per qualsiasi altro muscolo del corpo umano, anche questi possono essere non solo allenati, ma rafforzati e resi ben elastici e flessibili, due fattori fondamentali per migliorare la qualità della nostra respirazione ed aumentare la quantità di aria che riusciamo ad immettere nel nostro organismo con ogni atto respiratorio e soprattutto col nostro ultimo respiro prima di ogni performance.
Il NASO e la BOCCA sono gli ultimi, ma non ultimi…, organi interessati alla respirazione e sono le vie di accesso dell’aria al corpo umano. E’ importante averne cura e soprattutto pulire, di tanto in tanto, il naso. Nelle discipline orientali si parla spesso di Yala Neti, che serve appunto a mantenere pervie e prive di impurità le cavità ed i seni nasali in modo da avere una respirazione dolce ed una compensazione più tranquilla e priva di intoppi. Un buon consiglio è quello di evitare di tirare su col naso: in questo modo favoriamo il ristagno di muchi nei seni nasali, il che potrebbe darci problemi e dolori durante le manovre compensatorie. Cerchiamo, piuttosto, di soffiarci spesso il naso, a narici alternate, in modo da tenerlo sempre ben libero e pulito.
di Mariafelicia Carraturo
www.feliciacarraturo.it