Si chiama Christmas Blues quello stato di disagio, caratterizzato da depressione, ansia, insofferenza, stress, insonnia, stanchezza fisica e mentale che accompagna il periodo delle festività natalizie e che coinvolge ogni anno molte persone.
Il periodo delle feste infatti rappresenta un vero e proprio “tour de force” di convenzioni sociali e festeggiamenti “obbligati” ed è occasione di un’amplificazione di emozioni forti e profonde.
Nella nostra cultura questo periodo si collega ad immagini ideali di famiglia “perfetta”, amore idilliaco, ricchezza di amicizie e di scambi sociali, armonia, scambio ed allegria.
È anche un periodo di bilanci in cui tra l’altro domina una sorta di imperativo categorico collettivo ad essere “felici”.
Inutile dire che il confronto tra queste rappresentazioni idealizzate e la limitatezza della propria realtà può generare o acuire il senso di solitudine, inadeguatezza e fallimento.
Le frequenti riunioni familiari, il “vuoto” derivante dalla diminuzione degli impegni lavorativi; le esigenze di tipo economico (per spese, regali e adempimenti di fine anno), la pressione indotta dalle aspettative, dalle convenzioni sociali e dallo stress delle “mille cose da fare” sono tutti forti stress.
È necessario ridimensionare l’importanza e le aspettative attribuite al periodo natalizio, cercando di vivere questo periodo in coerenza con i propri desideri ma anche con la consapevolezza dei propri limiti, scrollandosi di dosso l’imposizione del “collettivo” e valorizzando la propria individualità (che non vuol dire individualismo). Allora imparare a dire qualche “no”, fermarsi al “qui ed ora”, sperimentare strade alternative, essere più tolleranti con se stessi (che vuol dire anche essere più tolleranti con gli altri), valorizzare quello che abbiamo piuttosto che focalizzare su quello che ci manca o avremmo potuto avere…
Buone Feste a tutti