Il mondo occidentale è ampiamento circondato di immagini a contenuto sessuale più o meno esplicito, ma l’approccio alla sessualità risulta inadeguato e fortemente stereotipato.
Cos’è la sessualità?
Galimberti definisce la sessualità come un “complesso di caratteri fisici, funzionali, psichici e culturali, atti alla perpetuazione della specie.
Nell’uomo, l’atto sessuale si manifesta come un fenomeno molto complesso dove, accanto alle espressioni genetiche, alla funzionalità endocrina e nervosa, si aggiungono componenti psicologiche individuali e norme culturali che influenzano in maniera diversa il vissuto e la condotta sessuale di ciascun individuo.
La sessualità, quindi, è un concetto complesso, composto da variabili biologiche, personali intrapsichiche, sociali, culturali e religiose, che comprende dunque l’identità psicologica e di genere, l’orientamento sessuale, le pratiche sessuali e le concezioni morali che ciascuna persona si è costruita.
Per questo è importante sostenere l’idea che la sessualità debba essere osservata in modo rigoroso e scientifico nei diversi ambiti in cui si declina, compresi quelli politici, religiosi e sociali che si sono evoluti nel corso della storia: sono proprio le interconnessioni tra le diverse dimensioni a caricare la sessualità di numerosi significati, rendendo imprescindibile l’adozione di molteplici punti di vista.
La sessualità può essere studiata da differenti punti di osservazione:
- bio-antropologico l’attenzione è focalizzata sulle le influenze reciproche tra accoppiamento, riproduzione e la sfera culturale degli individui;
- psico-relazionale che investiga gli aspetti psicologici sottostanti alle relazioni interpersonali;
- analitico-esistenziale, sessualità come parte del progetto di vita di ciascun essere umano;
- socio-culturale si occupa della sessualità all’interno della collettività, delle relazioni sociali e tra i generi;
- medico-terapeutica ha il suo focus sulle patologie fisiologiche e psicologiche, con l’obiettivo di fornire interventi di cura idonei.