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Ammalarsi al rientro dalle ferie. Cos’è la sindrome post-vacanze?

Ammalarsi al rientro dalle ferie. Cos'è la sindrome post-vacanze?

Come mai a volte ci si ammala dopo aver fatto le vacanze? C’è dunque una “sindrome post-vacanze”?

Ebbene si, è conosciuta con questo nome, ed  rappresentata da una particolare condizione di stress o abbattimento, una specie di crollo che può manifestarsi  dopo un periodo di intense emozioni e stress. Alcuni sintomi di questa sindrome post-vacanza possono essere gli stessi dei disturbi d’ansia o dell’umore.

Eppure, dopo una vacanza rilassante, la forma fisica dovrebbe essere ottima, il corpo dovrebbe sembrare ringiovanito, il sistema immunitario rinvigorito. Ma ecco incredibilmente comparire qualche disturbo, un raffreddore improvviso, qualche dolore muscolare, un po’ di mal di schiena, fenomeni apparentemente inspiegabili dopo aver trascorso tanti giorni in spiaggia, sui monti o ai laghi, all’aria aperta, mangiando cibi sani e nel dolce far nulla.
Sembrerebbe insomma un malessere ad orologeria, prima ancora di tornare a casa e riprendere la vita di sempre, una sorta di disturbo “del tempo libero”.

Indipendentemente da come si siano fatte le vacanze, se del tipo “riposo completo” o  “vita sportiva”, comunque c’è stato un cambiamento del ritmo di vita solito, frequentemente può farsi largo una specie di “malattia del dopo vacanza”, che sembra inspiegabile ma che ha invece le sue ragioni scientifiche.

Ecco alcuni possibili cause di malessere post vacanziero:

  • I viaggi di ritorno in aereo.
    Gli sbalzi di temperatura dovuti al condizionamento dell’aria possono generare raffreddori, gocciolamento nasale, alterazioni della temperatura corporea. La scarsa umidità dell’aria nell’abitacolo aereo ad alta quota può dar luogo a secchezza delle vie respiratorie. Molte persone inoltre temono di respirare aria riciclata e portatrice di germi; In questi casi più che di un malessere in quanto si tratta del convincimento di stare per ammalarsi.
  • Una continua esposizione ad egenti infettivi esterni.
    I tanti contatti, soprattutto nei viaggi in paesi stranieri, con centinaia di persone in aeroporti, stazioni ferroviarie, navi e traghetti, trasporti pubblici e siti turistici rappresentano una fonte di possibili contagi, soprattutto in questo periodo post-pandemico, ma non solo per il rischio di infezioni virali come il Covid 19, ma anche per tante infezioni batteriche, funginee, o anche alimentari.
  • Il riemergere di vecchie paure che si ripresentano.
    Le vacanze piacciono a tanti, ma purtroppo includono una serie di fatiche come viaggiare, fare attenzione a quello che serve da portare con sè (documenti, certificazioni, carte di credito, denaro, medicinali che si assumono con regolarità, strumenti di tecnologia da proteggere e da non dimenticare in hotel, ecc.) Queste incombenze possono far riemergere paure, timori, causare stress e una condizione di nervosismo permanente.
    Sarebbe meglio, stando in compagnia, non accentrare i compiti ma condividerli con i propri compagni di viaggio diminuendo cosi il carico di attenzione e fatica.
  • La privazione del sonno.
    Se si sono trascorse “notti brave”, alzandosi poi all’alba per fare foto speciali, o preso navi o aerei ad orari scomodi, o percorso chilometri per visitare monumenti con code interminabili magari anche in condizioni di differente fuso orario, allora la fatica unita alle ore di sonno perduto possono aver creato una specifico stress psico-fisico con un indebolimento immunitario, che poi al rientro dalle vacanze può manifestarsi con qualche disturbo o qualche malanno.
    Un rimedio può essere  una gestione efficace del tempo, contentarsi di fare un limitato numero di cose, evitare di voler vedere proprio tutto di un paese nuovo, adottare l’abitudine di non rinunciare ad un numero sufficiente di ore di sonno, che inducono più calma e riducono quell’eccesso di eccitazione che fa adottare stili di vita fuori controllo.

In generale, questo malessere post-vacanze non dura molto e scompare dopo alcuni giorni, ma in alcuni casi persiste più a lungo, talvolta può aiutare a far svanire quella condizione di “blues” la vicinanza dei familiari o il confrontarsi sulla comune esperienza di vacanza vissuta, sulla condivisione dei ricordi e sul commento alle fotografie fatte. Lentamente la vita di sempre riprende piede e il ricordo della vacanza fatta svanisce gradualmente.

C’è anche da prendere in considerazione che la fine delle vacanze, cosi come, l’inizio delle stesse, rappresenta uno stacco, una rottura delle abitudini consolidate e come tale comporta, accanto ai positivi effetti già trattati, comunque un disorientamento e un riadattamento con l’aggravante, inoltre, del ripresentarsi di tutti quei problemi accantonati o rimandati in vista della pausa feriale.

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