L’anoressia nervosa è un disturbo del comportamento alimentare che induce chi ne soffre a privarsi volontariamente del cibo o ad assumerne quantità estremamente limitate e non compatibili con le richieste dell’organismo, con conseguente mantenimento di un peso corporeo inferiore ai valori ritenuti “normali” per una persona di una data età ed altezza.
Chi soffre di anoressia, ancorché già magro o sottopeso, è costantemente preoccupato per il proprio peso, ritenuto sempre e comunque eccessivo o appena accettabile, e non riesce a tollerare di ingrassare neppure di pochi chili, anche a fronte di evidenti rischi per la salute derivanti dalla nutrizione.
Se non diagnosticata e curata per tempo, la malattia può portare a stati di compromissione metabolica estremi e pericolosi per la sopravvivenza, che devono essere gestiti in ambiente ospedaliero, anche attraverso alimentazione forzata.
L’anoressia è una malattia cronica: la sua gravità può variare molto da persona a persona e nel corso della vita della stessa persona, andando da stati/periodi molto severi e di grande sofferenza a forme/fasi lievi, di relativo benessere. Anche dopo aver superato la fase più critica, chi soffre di anoressia resta, comunque, a rischio di ricadute durante tutta la vita, soprattutto in periodi di maggiore stress psicologico.