Recentemente è stato organizzato dal Centro Minerva di Fisioterapia e Riabilitazione e dal Maestro Jia Jingquan dell’Associazione Tuhe di Napoli, un Convegno dal titolo “ il Taijiquan nel trattamento delle Malattie Neurodegenerative – Evidenze scientifiche – Esperienze a confronto”.
Ho avuto modo di partecipare a questo interessante evento sia in qualità di medico che di cultore dell’antica disciplina del Taijiquan e ho pensato di trasmettere ai lettori interessati una sintesi degli interventi inseriti nel programma di questo convegno.
Negli indirizzi di saluto il dott. Oreste Caporale, specialista in Igiene e Medicina Preventiva, ha sottolineato l’importanza della prevenzione attraverso corrette abitudini alimentari e una regolare attività fisica, come ampiamente dimostrato dagli ultimi studi clinici nazionali e internazionali sulla longevità e sulla qualità della vita a lungo termine.
Particolarmente interessante e attuale il collegamento con il prof. Zhu Jianfei, direttore della Scuola di Formazione Internazionale della Università di Medicina Cinese di Henan, che ha ricordato la grande opportunità offerta dagli scambi culturali tra la Scuola di Medicina Tradizionale Cinese dell’Università di Henan e l’Associazione Sportiva Culturale Cinese Italiana Tuhe – attualmente Dipartimento Italiano della Scuola di Formazione Internazionale dell’Università di Henan − finalizzati alla promozione dell’insegnamento, della ricerca e delle cure mediche inclusa la cultura del Taijiquan.
Il professor Alessandro Tessitore, Direttore UOC Neurologia e Centro Parkinson e altri Disordini del Movimento dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Luigi Vanvitelli, ha sottolineato l’importanza dell’attività motoria e dell’esercizio fisico nelle raccomandazioni internazionali per la cura della malattia di Parkinson. Ha annoverato la pratica del Taijiquan tra le terapie alternative e/o complementari, nell’ambito delle attività motorie capaci di influire positivamente sulla qualità di vita delle persone affette da tale patologia.
Il professor Ennio Del Giudice, già docente di Neuropsichiatria Infantile dell’Università Federico II di Napoli, ha illustrato le evidenze scientifiche disponibili circa gli effetti benefici del Taijiquan segnalando come PubMed registri circa 2600 articoli ad esso relativi. Ha quindi analizzato nel dettaglio uno studio pubblicato dal New England Journal of Medicine sull’efficacia di tale disciplina nel migliorare la stabilità posturale nei pazienti affetti da malattia di Parkinson. Ha anche accennato a due recenti articoli pubblicati quest’anno, nei quali si dimostra come, in seguito alla pratica del Taijiquan vi sia nei pazienti una maggiore efficienza cognitiva e un aumento del volume della materia grigia nelle aree cerebrali preposte alla memoria. Infine ha presentato uno studio, diffuso anche dalla BBC, pubblicato sull’organo ufficiale della società britannica di neurologia, che conferma la permanenza per lungo tempo di tutti gli effetti benefici del Taijiquan sui sintomi sia motori che non motori della malattia di Parkinson.
Gli interventi dei dottori Maria Teresa Giamattei, Alberto Battaglini e Maria Valeria Capone, specialisti in Medicina Fisica e Riabilitativa, hanno ribadito la necessità di un programma d’intervento strutturato in maniera integrata con tutto il processo medico-riabilitativo e personalizzato, cioè adattato in modo preciso alle esigenze del singolo paziente.
Il dott. Rosario Savino, Neuropsichiatra Infantile, esperto di Psiconeuroendocrinologia, ha parlato del valore della concezione olistica dell’individuo anche e soprattutto se portatore di una condizione patologica. Ha citato anche uno studio nel quale si dimostra che la pratica del Taijiquan è in grado di produrre un aumento degli oppioidi endogeni riducendo quindi la percezione del dolore che i pazienti con Parkinson sperimentano quotidianamente.
L’incontro si è concluso con l’intervento del Maestro Jia Jingquan insegnante di Taijiquan, Qigong e Tuina. In una prima parte teorica ha spiegato che il Taijiquan include i concetti della antica cultura tradizionale cinese e che dal dicembre 2020 è iscritto nella lista UNESCO del patrimonio culturale immateriale dell’umanità. Nell’antichità il Taijiquan era un’arte marziale per l’autodifesa e il combattimento mentre oggi può essere utilizzato nella gestione olistica di svariate patologie, anche neurodegenerative. Il Maestro Jia Jingquan ha ribadito che il Taijiquan è molto diverso da altre forme di attività motoria − come la ginnastica artistica, la danza o la stessa fisioterapia – ed ha spiegato il motivo per il quale è possibile con la pratica di questa disciplina migliorare la qualità della vita e il benessere psicofisico. Nella seconda parte del suo intervento ha coinvolto i presenti in sala presentando un proprio metodo che, mediante l’impiego di tecniche di Taijiquan e Qigong, consente di ottenere in tempi relativamente brevi risultati efficaci anche in pazienti affetti da malattia di Parkinson. Gli esercizi creati dal Maestro Jia Jingquan, se praticati in maniera regolare e continuativa migliorano sia la coordinazione che l’equilibrio. Inoltre consentono di lavorare sulla concentrazione e sulla capacità di visualizzazione interna del proprio corpo in modo tale da raggiungere gradualmente uno stato di consapevolezza e rilassamento fisico e mentale che, coordinato con la respirazione, favorisce un flusso continuo di energia vitale che attraversa l’intero organismo.
Il Taijiquan può essere quindi coadiuvante nel trattamento, nella prevenzione e nella riabilitazione di una varietà di malattie, comprese quelle neurodegenerative quale il Parkinson, come è stato ampiamente dimostrato negli anni da molti centri di ricerca anche in ambito internazionale.
Dott.ssa Angela Francesca Crisanti
Medico-Chirurgo
Specialista in Pediatria
Perfezionata in Neurologia dell’Età Evolutiva
Dottore di Ricerca in Scienze Pediatriche dell’Università di Bologna