Il nostro corpo ci invia segnali continui. Ecco come essere certi che li stiamo interpretando e che stiamo reagendo correttamente.
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Quando lo stress raggiunge il limite il corpo manda segnali concreti
C’è un’area specifica nel corpo umano in grado di avvertirti quando stress e fatica sono arrivati al limite, in modo da non farti crollare, anche qualche tempo prima.
Accade ogni giorno spesso alle persone quando il lavoro diventa troppo e pressante, soprattutto in quei particolari lavori in cui l’individuo ha incarico di smaltire più richieste o ordini contemporaneamente e in modo incalzante. Riunioni, appuntamenti, il telefono che squilla continuamente
Per verificare se è vero che lo Stress si è impadronito di noi, basterà mettersi di fronte ad uno specchio e guardarsi gli occhi in generale e le pupille in particolare.
Lo stato delle pupille è quello che meglio racconta il livello di stress che si è raggiunto . Alcuni studi hanno potuto dimostrare la relazione tra entità e tipologia di lavoro e aspetto delle pupille, una risposta particolarmente accentuata allorché il soggetto è molto concentrato per poter svolgere un grosso carico di lavoro.
Ma come si essere certi quando le pupille stanno evidenziando uno stato di stress? Osservando le dimensioni della pupilla: se sono dilatate esse rivelano un costante aumento dei livelli di stress e tensione
Se la dilatazione dura poco e non permane vuol dire che lo stress è stato passeggero; ma se la dilatazione resta per lunghi periodi, allora diventa un segno evidente ed anche un sintomo da prendere in seria considerazione.
I fattori che concorrono ad aumentare i livelli di stress e a dilatare le pupille sono: l’ eccitazione, la paura, gli stati d’ ira e soprattutto gli stati ansiosi.
Anche alcune sostanze possono provocare la dilatazione delle pupille , e sono anch’esse collegate alle alterazioni degli stati emotivi: cocaina, cannabinoidi, LSD, alcol.
Operatori di settore e grandi aziende hanno ultimamente studiato ed approfondito sistemi in grado di misurare all’occorrenza il livello di stress dei propri dipendenti, al fine di meglio affidare le richieste di lavoro o per una migliore organizzazione dei turni.
Alcuni lavoratori hanno reagito in modo preoccupato verso il rischio di perdere il lavoro insiti in questi sistemi , allorché nelle mani di capi poco coscienziosi, e questo non è solo è la peggior critica che possa pervenire , ma per ironia potrebbe rappresentare a sua volta un ulteriore fattore che induce stress.
Il corpo ci parla: ascoltiamolo
Un mal di testa che non passa, l’appetito che aumenta o diminuisce, troppa stanchezza al mattino, contratture ai muscoli del collo, delle spalle o della schiena, nausea, palpitazioni. Quando compaiono uno o più sintomi di questo tipo può essere presente una malattia organica ben precisa oppure un malessere psicofisico più generalizzato, non sempre chiaramente identificabile, che ciascuno esplicita in modo diverso. Imparare a interpretare i segnali inviati dal proprio corpo è il primo passo per riconoscere un disagio e individuare la soluzione oppure per capire quando è il caso di rivolgersi al medico per approfondire la situazione. Alcuni messaggi da non trascurare.
Come gestire le conseguenze di un’amputazione
Per amputazione si intende l’asportazione completa di una parte del corpo. Le tecniche chirurgiche spesso sono in grado di riattaccare le parti amputate, così da restituire una funzionalità normale o quasi.
Cosa fare?
- Controllare l’ABCHs e l’emorragia.
- Trattare le shock.
- Cercare e proteggere la parte amputata. In seguito lasciar decidere al chirurgo se può essere riattaccata.
- Per proteggere la parte amputata bisogna sciacquarla con acqua e rimuovere detriti, avvolgere la parte amputata con una garza sterile e asciutta, metterla in un contenitore o in un sacchetto di plastica, su un letto di ghiaccio. Non immergere la parte amputata nel ghiaccio, in quanto è difficile riattaccare le parte anatomiche congelate.
- Chiamare immediatamente l’ambulanza.