Firmato a Roma il Manifesto Interreligioso dei Diritti nei Percorsi di Fine Vita. Si tratta del lavoro frutto di una particolare sensibilità nei confronti del dialogo interreligioso in ambito sanitario, nella prospettiva di un percorso di impegni concreti e che si traduce in nove punti: Diritto di disporre del tempo residuo; Diritto al rispetto della propria religione; Diritto a servizi orientati al rispetto della sfera religiosa, spirituale e culturale; Diritto alla presenza del Referente religioso o Assistente spirituale; Diritto all’assistenza di un mediatore interculturale; Diritto a ricevere assistenza spirituale anche da parte di Referenti di altre fedi; Diritto al sostegno spirituale e al supporto relazionale per sé e per i propri familiari; Diritto al rispetto delle pratiche pre e post mortem; Diritto al rispetto reciproco.
Oltre al Gruppo Promotore, costituito da ASL Roma 1, GMC – Università Cattolica del Sacro Cuore e Tavolo Interreligioso di Roma, i firmatari del Manifesto sono Centro Islamico Culturale d’Italia, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, Diocesi Ortodossa Romena d’Italia, Hospice Villa Speranza – Università Cattolica del Sacro Cuore, Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, Unione Buddhista Italiana, Unione Comunità Ebraiche Italiane, Unione Induista Italiana, Unione Italiana Chiese Cristiane Avventiste del Settimo Giorno, Vicariato di Roma, AVO (Associazione Volontari Ospedalieri), CSV Lazio (Centro Servizio per il Volontariato), Cittadinanzattiva, una rappresentanza della categoria degli Operatori Socio Sanitari.
Fonte: Cittadinanza Attiva