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Sonnolenza? Forse le apnee notturne

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Incidenti stradali, infortuni sul lavoro causati da sonnolenza e apnee notturne

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L’apnea ostruttiva notturna è una malattia cronica spesso non diagnosticata per tempo rispetto alle evidenze dei sintomi, con possibili e gravi ricadute in altre patologie come l’ipossiemia intermittente, alterazioni della pressione arteriosa, rischi di insufficienza respiratoria e cardiovascolare, alterazione dei cicli veglia-sonno con stanchezza e sonnolenza diurna.

Ci sono ormai molte prove evidenti che dimostrano che la mancanza di sonno notturno, i continui risvegli, la cattiva respirazione possono esporre le persone a seri rischi di incidenti ed infortuni, sia sulla strada che sul lavoro.
In Italia è stato dimostrato da studi specifici che una percentuale significativa di oltre il 20% degli incidenti su strade ed autostrade sono causati da sonnolenza diurna eccessiva, il più delle volte causata dalle apnee ostruttive notturne , e con una ricaduta di spesa socio-sanitaria di circa un miliardo di euro. Va anche considerato quanto questo tipo di patologia e le conseguenze che ne possano derivare per incidenti ed infortuni siano sottostimate a livello diagnostico e medico, ed anche vanno considerate le difficoltà a livello di raccolta delle prove sui luoghi degli incidenti, dove indagini più accurate richiederebbero più tempo e maggiori costi di conduzione.

Non è molto dissimile la situazione che si può ritrovare quando la sonnolenza eccessiva, la stanchezza e l’insufficiente attenzione provocate dalle AON possono causare anche nel mondo del lavoro. Quei lavoratori che soffrono di questa patologia possono commettere errori per mancata percezione o attenzione, spesso nel manovrare apparecchiature, o in prossimità di strutture industriali ad alto rischio.
Chi soffre di sonnolenza ha probabilità maggiori di commettere un errore per un colpo di sonno. Questo lascia intendere quanto le apnee devono essere diagnosticate, trattate e monitorate per una giusta prevenzione degli incidenti e degli infortuni, e di quanto la problematica debba essere affrontata non solo a livello medico ma anche sociale e lavorativo.
La privazione del sonno, oltre ad alterare la qualità di vita delle persona che ne soffre, è particolarmente pericolosa sulle strade e sul lavoro in quanto i livelli di percezione della persona deprivata.
La prontezza velocità dei riflessi richiesta per operazioni di controllo può venire meno anche per un tempo breve, ma determinante per la sicurezza propria e degli altri.

La sonnolenza, la mancanza di energia, la difficoltà del pensiero e dell’attenzione possono essere notevoli fattori di rischio per la sicurezza.
Se si pensa a figure di lavoratori come autisti, piloti, controllori di volo, medici, si può comprendere quanto sia necessario poter operare in piena lucidità e capacità psicofisiche.
Le statistiche, già nel tracciare i rischi presenti nei lavori notturni rispetto a quelli diurni, hanno dimostrato quanto i livelli di rischio crescano nelle ore notturne, pur prescindendo dalla presenza di patologie specifiche dei lavoratori.
Oltre agli incidenti sul lavoro che causano lesioni o morte, possono sorgere una serie di altri problemi sul posto di lavoro a causa della privazione del sonno.
Oltre alla privazione del sonno ed ai rischi conseguenti, vi sono effetti come l’alterazione dell’umore, l’irritabilità, le reazioni ansiose, disturbi aggiuntivi che in un ambiente lavorativo non favoriscono equilibrio e buona comunicazione tra i lavoratori, con un risultato produttivo insufficiente e prestazioni di scarsa qualità.

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