Una dieta vegana a basso contenuto di grassi induce cambiamenti nel microbiota intestinale e migliora la sensibilità all’insulina, secondo i risultati di uno studio randomizzato controllato condotto su adulti in sovrappeso o obesi.
L’intervento ha avuto una durata di 16 settimane, durante i quali il peso corporeo si è ridotto in modo significativamente superiore nei soggetti a dieta vegana rispetto a quelli che hanno continuato il regime alimentare precedente. Con il piano alimentare vegano, si è avuta una perdita media di peso di 5,8 kg, dovuta in gran parte a un calo della massa grassa, nonostante non sia stata imposta alcuna restrizione calorica.
Il lavoro è stato coordinato da Hana Kahleova, direttrice del Physicians Committee for Responsible Medicine di Washington, che già in precedenza aveva dimostrato come le persone possano perdere il doppio del peso con una dieta vegana rispetto a una dieta non vegana dallo stesso apporto calorico. «Il nuovo studio – ha dichiarato Kahleova in un’intervista a Medscape Medical News – è nato con l’obiettivo di scoprirne la ragione».
Per la sperimentazione, sono stati reclutati 148 adulti che, pur essendo in sovrappeso, non avevano mai sofferto di diabete; sono stati suddivisi in due gruppi per seguire una dieta vegana a basso contenuto di grassi oppure nessuna modifica dietetica. L’età media nei gruppi vegani e di controllo era rispettivamente di 53 e 57 anni, mentre le donne erano il 60% e il 67%; l’indice di massa corporea era di circa 33 kg /m3 in entrambi i gruppi.
I risultati suggeriscono che gli effetti benefici siano mediati da cambiamenti indotti nella comunità di microrganismi che sono presenti nell’intestino. « Una dieta a base vegetale con un buon apporto di fibre migliora la composizione del microbiota intestinale, favorendo i ceppi batterici che svolgono un ruolo positivo per la salute, in particolare il Faecalibacterium prausnitzii, che produce molti benefici metabolici, tra cui perdita di peso, aumento della sensibilità all’insulina e riduzione della massa grassa, inclusa quella viscerale».
Fonte:
Hana Kahleova ha presentato i risultati del suo studio al meeting annuale della European Association for the Study of Diabetes (EASD), che si è tenuto a Barcellona dal 17 al 20 settembre 2019