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Nei mesi che vanno da ottobre a marzo, le malattie delle vie aeree sono all’ordine del giorno un po’ per tutti, a prescindere dall’età, dalle abitudini di vita e dalle condizioni di salute generale. Colpa della massiccia diffusione di virus e batteri che colpiscono in modo prevalente l’apparato respiratorio, ma anche del freddo, degli sbalzi di temperatura e dell’inquinamento atmosferico, che esercitano un effetto irritante sulle mucose di naso, gola e bronchi e ne riducono le difese immunitarie.

Ma per chi soffre di una patologia respiratoria cronica come la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) o l’asma, il periodo autunnale-invernale comporta rischi particolarmente rilevanti perché ogni sollecitazione infiammatoria, indotta da agenti patogeni o da stimoli chimico-fisici, può scatenare riacutizzazioni della malattia di base. Riacutizzazioni che, talvolta, sono così severe da richiedere il ricovero ospedaliero e da determinare un peggioramento persistente della funzionalità respiratoria, anche dopo la loro risoluzione.

Proteggersi dall’influenza assumendo per tempo il vaccino antinfluenzale stagionale, come raccomandato dal ministero della Salute e da tutte le Società scientifiche che si occupano di malattie respiratorie, è irrinunciabile per chi soffre di BPCO o asma, ma è soltanto una delle cautele necessarie. Altrettanto importante è evitare l’esposizione prolungata all’aria fredda, allo smog e al fumo (attivo o passivo, convenzionale o da sigarette elettroniche).

Soprattutto, è cruciale assumere regolarmente le terapie prescritte dal medico: cosa che i pazienti con BPCO o asma, in molti casi, sottovalutano o dimenticano. Un problema noto da tempo agli pneumologi e agli altri specialisti di riferimento (medici internisti, allergologi, specialisti di fisiologia respiratoria), ma che sembra non trovare una soluzione.

Per sottolineare l’importanza dell’aderenza ai trattamenti e ricordare ai pazienti le caratteristiche di asma e BPCO e le azioni fondamentali da attuare per una loro gestione ottimale, in occasione del XX Congresso Nazionale della Pneumologia Italiana AIPO “La globalizzazione e le nuove frontiere. Il confronto e le proposte della Pneumologia Italiana” (Firenze, 13-16 Novembre) è stata lanciata la Campagna di sensibilizzazione “ABCDEF del Buon Respiro“. «L’idea è quella di far comprendere al paziente quali sono i suoi diritti, ma anche i suoi doveri» ha spiegato Michele Vitacca, direttore del Dipartimento di Pneumologia Riabilitativa ICS “S. Maugeri” di Pavia e Responsabile dell’UO Pneumologia Riabilitativa Istituti Clinici Scientifici Maugeri, IRCCS Lumezzane (Brescia), che ha presentato l’iniziativa.

«Attraverso una comunicazione semplice, diretta ed efficace, vogliamo sensibilizzare il cittadino sui sintomi della malattia e sul diritto ad accedere ai migliori servizi di cura e assistenza e alle migliori opportunità farmacologiche disponibili in ambito terapeutico, indipendentemente dalla Regione in cui si vive e dalle modalità organizzative», ha sottolineato Vitacca. «Il cittadino ha diritto alla prevenzione, alla diagnosi, all’accesso ai migliori farmaci e alla riabilitazione e a essere seguito nel tempo, tenendo conto delle sue fragilità. L’obiettivo è arrivare ad avere un paziente che sia sempre più protagonista del proprio percorso di cura, in un processo che valorizzi le scelte consapevoli, le priorità assistenziali e il contesto di vita familiare».

La campagna di sensibilizzazione coinvolgerà circa venti Centri clinici e sarà diffusa su tutto il territorio nazionale, anche grazie alla collaborazione dei Frecciarossa Trenitalia, allo scopo di raggiungere quante più persone possibile. Perché tutti – è bene precisarlo – possono sviluppare una malattia respiratoria cronica nel corso della vita e attuare una prevenzione efficace fin da giovani, facilitare la diagnosi precoce e intraprendere al più presto terapie appropriate, seguendole con regolarità, è l’unico modo per proteggere la più fondamentale delle funzioni dell’organismo: il respiro.

Relativamente alla BPCO, va ricordato che si tratta di una malattia respiratoria cronica evolutiva e progressivamente invalidante sempre più diffusa nella popolazione di ogni parte del mondo, soprattutto a causa del fumo e dell’inquinamento atmosferico. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che nel 2020 la BPCO rappresenterà la terza causa di morte, dopo malattie cardiovascolari e tumori, e la quinta causa di invalidità a livello globale. La prevalenza della BPCO aumenta con l’avanzare dell’età, fino a interessare oltre una persona su dieci tra gli over75 (10,8%), rispetto al 3,1% della popolazione di ogni età. Ma tra i fumatori la malattia è molto più diffusa (15-50% secondo le stime).

I medici ritengono che la BPCO sia ampiamente sotto-diagnosticata, soprattutto tra i giovani, che tendono a sottovalutare i sintomi respiratori e a non segnalarli al medico, specie se fumatori. In particolare, si stima che il 10% di giovani tra 20 e 44 anni presentino segni della malattia, come tosse ed espettorato senza o con ostruzione bronchiale (3,6%). I dati dell’OMS e dell’Osservatorio Nazionale sull’impiego dei medicinali (Rapporto Nazionale 2015) indicano che la sottovalutazione della BPCO persiste anche dopo la diagnosi e determina una scarsa aderenza alla terapia in ben un paziente su quattro (26%), riducendo le possibilità di tenerla sotto controllo e rallentarne la progressione.

Relativamente all’asma, le persone che ne soffrono in Europa sono oltre 30 milioni e il loro numero è in continua crescita in considerazione sia dell’aumento dell’aspettativa di vita sia della sempre maggiore diffusione delle allergie respiratorie, che ne costituiscono la causa prevalente. In Italia, l’incidenza dell’asma è pari al 4,5% della popolazione, corrispondente a circa 2,6 milioni di persone interessate dalla malattia, nelle diverse sfumature di severità.

Anche l’asma, come la BPCO, è spesso sotto-diagnosticata e sotto-trattata, soprattutto nelle fasi iniziali e nelle forme lievi-moderate (che, se mal gestite, peggioreranno nel tempo). L’asma grave riguarda circa un paziente asmatico su dieci, ma costituisce un’importante criticità medica, sia per la difficoltà di individuare e mantenere un trattamento efficace in grado di minimizzare il rischio di riacutizzazioni severe e le relative complicanze sia per il significativo impatto negativo sulla quotidianità e sulla qualità di vita delle persone che ne soffrono.

Fonte: Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri (AIPO) (http://www.pneumologia2019.it/)

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