In base a quanto stabilito dalle linee guida ESH-ESC, l’ipertensione arteriosa è definita dal riscontro di valori di pressione sistolica (massima) ≥ 140 mmHg e/o di valori di pressione diastolica (minima) ≤ 90 mmHg.
La medesima classificazione è impiegata per definire l’ipertensione in adulti e anziani di entrambi i sessi, mentre criteri diversi, basati sui percentili, sono adottati in bambini e adolescenti.
L’ipertensione interessa attualmente più di 1 miliardo di persone al mondo e secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) circa 1,6 miliardi di persone soffriranno di ipertensione nel 2025.
Un quarto degli ipertesi non risponde adeguatamente al trattamento convenzionale con i farmaci (probabilmente anche a causa di un’assunzione discontinua) e oltre il 10% presenta una resistenza alle terapie.
L’ipertensione rappresenta uno dei più rilevanti fattori di rischio cardiovascolare (al punto che ogni incremento di 20 mmHg della pressione sistolica raddoppia il rischio di morte per cause cardiovascolari), ma anche uno di quelli più facilmente modificabili grazie alla correzione dello stile di vita (alimentazione sana, riduzione del consumo di sale, aumento dell’attività fisica e abolizione del fumo) e alla terapia farmacologica ben impostata e assunta regolarmente, ogni giorno, per tutta la vita.