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Lo sviluppo dell’IRC è spesso asintomatico, il che rende difficile la diagnosi precoce, per la quale sarebbe a tutti consigliabile l’esecuzione periodica di un esame delle urine e la determinazione della clearance della creatinina. Due test semplici e dal costo di pochi euro che consentirebbero di intercettare precocemente le alterazioni della funzione renale e di introdurre precocemente le terapie e soprattutto modificare lo stile di vita del paziente, a cominciare da una corretta terapia dietetico-nutrizionale (TDN), per rallentare la progressione del danno renale.

In tema di IRC, poi, non si può non considerare il suo impatto psicologico, legato ai diversi fattori che comportano una riduzione della qualità di vita. Per supportare tutti i pazienti, a cominciare dai neo-diagnosticati, è stata lanciata da Dr Schär la campagna “Non sei solo” con l’obiettivo di raccontare, attraverso l’esperienza reale di vere coppie di pazienti, come anche con l’insufficienza renale cronica si può comunque mantenere una vita attiva e di relazione, grazie alla terapia conservativa che unisce la terapia nutrizionale a quella farmacologica, con l’obiettivo di ridurre la progressione della malattia.

A proposito di corretta terapia dietetico nutrizionale per i pazienti con IRC, le linee guida della Società Italiana di Nefrologia (SIN), indicano:

  • Ridurre l’assunzione di proteine (non oltre 0,7 g al giorno per kg di peso corporeo ideale) e di fosforo.
  • Limitare l’introito di potassio e sodio (sale da cucina): non più di 2 g di sale al giorno aggiunto ai pasti).
  • Assumere ogni giorno la giusta quantità di calorie. Per un apporto calorico adeguato il dietista potrebbe consigliare l’assunzione di integratori e alimenti ipoproteici specifici

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