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È una richiesta lecita che comporta un piccolo sacrificio sopportabile per la maggior parte della popolazione. Tuttavia, per alcune persone la casa non è sempre un luogo sicuro. Questo è il caso di tutte le vittime di violenza domestica, per le quali l’ambiente familiare diventa il contesto in cui i soprusi sono abitualmente perpetrati.
Con l’espressione “violenza domestica” si fa riferimento a una serie di violazioni psicologiche, fisiche, sessuali agite da parte di un partner attuale o passato all’interno della casa stessa.
Sono i bambini e le madri ad esser a maggior rischio di abuso in famiglia, a causa delle asimmetrie di potere esistenti tra donne e uomini, giovani e adulti.
Si è registrato un aumento nei tassi di violenza in molti paesi, in seguito alla dichiarazione dei governi del lockdown per la pandemia di COVID-19 (Bradbury-Jones & Isham, 2020).

Dopo il primo mese di incoraggiamenti a rimanere a casa, in nove città metropolitane degli Stati Uniti si è rilevato un aumento del 20 o 30% nelle chiamate ai servizi per l’assistenza alle vittime di violenza domestica (Tolan, 2020).
Nel Regno Unito il trend osservato è simile, con un aumento del 25% delle telefonate alla linea di soccorso per la violenza domestica del paese.
In una regione della Spagna, il governo ha dichiarato un incremento del 20% nelle chiamate al numero verde di assistenza durante i primi giorni del periodo di reclusione (Bradbury-Jones & Isham, 2020).
Secondo i dati dell’ISTAT (2020) anche in Italia le telefonate al numero anti violenza e stalking sono in crescita, passando da 13.424 a 23.071 chiamate nel periodo di tempo tra marzo e ottobre 2020, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Le richieste di aiuto tramite chat sono triplicate passando da 829 a 3.347 messaggi. Ulteriormente, si è avuto un raddoppiano delle segnalazioni per le richieste di protezione da parte delle vittime di abusi e le testimonianze di episodi di violenza, che insieme rappresentano il 45.8% delle chiamate valide (in totale 10.577).

Le norme di restrizione sono a favore di coloro che commettono abusi mediante strategie di controllo e coercizione. In queste circostanze la possibilità per le vittime di cercare e ottenere aiuto telefonicamente si riduce, perché sono sempre a stretto contatto con i loro carnefici, per cui si tende a procrastinare la chiamata fino al punto in cui si rende necessario l’intervento dei servizi di emergenza sanitaria. In quel caso potrebbe essere ormai troppo tardi: a volte infatti i maltrattamenti possono terminare nell’atto estremo dell’omicidio.
Sembrano esserci alcune caratteristiche positivamente associate all’atteggiamento prevaricatorio dell’uomo in famiglia: alti livelli di ostilità (White & Chen, 2002), bassi livelli di assertività (Hotaling & Sugarman, 1986), bisogno di tenere tutto sotto controllo (Gondolf, 1995) e alcuni disturbi di personalità (O’Leary, 1993).
Inoltre, anche il consumo di alcol e i problemi di alcolismo (anche delle vittime) sono fattori di rischio per la violenza domestica (Caetano, Vaeth, & Ramisetty-Mikler, 2008).
I carnefici solitamente sono angosciati dalla possibile perdita della relazione affettiva, per cui adottano strategie per dominare e controllare completamente il partner.
Prima di procedere in questo modo però, si assicurano la stabilità del rapporto mediante la conoscenza delle fragilità dell’altro, il suo isolamento sociale, o la nascita di un figlio, il matrimonio, la dominanza economica nella coppia (Scalco, n. d.).
Le comunità locali cercano di offrire il supporto adeguato per far fronte alla problematica.
In Spagna i cittadini in difficoltà possono recarsi in farmacia e pronunciare le parole in codice “mascherina 19” per chiedere aiuto in caso di violenza domestica.
In Francia invece, è stato disposto un fondo finanziario speciale e 20 mila camere d’albergo distribuibili alle vittime di abusi, che spesso non sono economicamente indipendenti.
In Italia il numero verde svolge funzioni di mediazione tra gli utenti e altri servizi sul territorio. A volte gli operatori indirizzano la chiamata su altri servizi, altre volte forniscono indicazioni sui Centri Anti Violenza (CAV) presenti, che offrono consulenza gratuita e supporto alle vittime di violenza attraverso sostegno psicologico, consulenza legale, attivazione di interventi di emergenza, e accompagnamento in strutture sanitarie, tribunali, centrali di polizia.
Fondi e risorse appropriate dovrebbero essere rese disponibili per coloro che subiscono abusi a casa, in modo da potersi allontanare dall’ambiente familiare.
Per questo motivo è fondamentale che i servizi operanti al fianco di quelli sanitari nella situazione odierna di pandemia globale restino attivi, in modo da garantire protezione e sicurezza a coloro a rischio di maltrattamenti domestici.

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