Il gruppo delle aritmie cardiache comprende tutte le patologie caratterizzate da un’alterazione del ritmo di contrazione del cuore, in eccesso o in difetto oppure associato a irregolarità che rendono meno efficiente l’azione di pompaggio del sangue nelle arterie.
Quando l’aritmia causa un’accelerazione del ritmo cardiaco si parla di tachiaritmia (che può essere a carico degli atri o dei ventricoli del cuore), mentre quando si associa a un ritmo rallentato si parla di brachiaritmia.
Una tacharitmia atriale molto diffusa nella popolazione occidentale è la fibrillazione atriale; altre aritmie dello stesso gruppo sono il flutter atriale, la tachiaritmia sopraventricolare e la sindrome di Wolff-Parkinson-White.
Le principali tacharitmie ventricolari comprendono la tachicardia ventricolare, la fibrillazione ventricolare e la sindrome del QT lungo.
Le brachiaritmie più diffuse sono la malattia del nodo del seno e il blocco di conduzione atrioventricolare.
Un’ulteriore tipologia di aritmia è rappresentata dalle extra-sistoli, che vengono generalmente percepite come un “battito mancante” o un “inciampo” nel ritmo cardiaco, ma che corrispondono in realtà a occasionali battiti “extra” (ossia in più rispetto alla normale sequenza di contrazione).
Alcune aritmie sono estemporanee e del tutto innocue (per esempio, la tachiartmia associata all’attività fisica intensa in una persona sana); altre, persistenti, possono danneggiare il muscolo cardiaco o aumentare il rischio di sviluppare altre patologie cardiovascolari o di andare incontro a eventi acuti severi (come per esempio, l’ictus cerebrale o l’embolia polmonare nel caso della fibrillazione atriale).