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Il caffè non è dannoso se consumato a livelli di 200 mg alla volta o 400 mg al giorno. Un espresso contiene da 50 a 120 mg di caffeina, anzi la scienza ha dimostrato effetti positivi sul sistema nervoso. La caffeina, infatti, aumenta la vigilanza e il benessere generale, facilita la concentrazione e migliora l’umore.

Il consumo moderato di caffè è stato associato alla prevenzione del declino cognitivo e al ridotto rischio di sviluppare ictus, morbo di Parkinson e Alzheimer.

Importanti sono anche attività metaboliche del caffè, che contiene polifenoli ad alto potere antiossidante. Questi migliorano la iperglicemia post prandiale e la funzione endoteliale vascolare, un’azione estremamente utile per la prevenzione delle malattie cardiometaboliche, come ad esempio il diabete e l’ipertensione arteriosa. Il consumo regolare di caffè contribuisce a mantenere il peso corporeo, dopo una dieta dimagrante, identica positiva attività la svolgerebbe nella fase di dimagrimento mantenendo a livelli ottimali il metabolismo muscolare. Occorre sapere che la caffeina può disturbare il sonno, ma solo in individui sensibili e se consumata oltre i limiti raccomandati e prima di dormire. La caffeina non sembra causare dipendenza, anche se una minoranza di persone accusa i sintomi di astinenza.

In conclusione il caffè può essere parte di una dieta sana ed equilibrata, anche nelle persone anziane salvo specifiche controindicazioni e purché si beva solo nella prima parte della giornata e non dopo le 2 del pomeriggio, per non disturbare il sonno.

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