L’insufficienza venosa e i disturbi vascolari associati, come varici e teleangectasie (capillari superficiali), interessano soprattutto i vasi venosi delle gambe e delle braccia e sono legati principalmente alla diminuzione del tono delle pareti delle vene associato all’invecchiamento e favorito, nelle vene di maggiori dimensioni, dal parziale cedimento delle valvole semilunari.
L’insufficienza venosa può interessare anche persone giovani, soprattutto se donne e in presenza di familiarità per il disturbo, ma diventa molto diffusa in entrambi i sessi a partire dai 40 anni. In base ai dati disponibili, si stima che a soffrirne siano almeno il 40% delle donne e il 25% degli uomini con più di 20 anni.
Lo sviluppo di insufficienza venosa è in parte fisiologico e legato alla perdita di tono ed elasticità delle pareti delle vene e allo “sfiancamento” delle valvole semilunari (strutture a forma di semiluna poste lungo le pareti delle vene che hanno la funzione di favorire il flusso di sangue verso l’alto e il suo ritorno dalla periferia al cuore) presenti al loro interno, naturalmente associati all’invecchiamento.
Tuttavia, l’intensità e la rapidità con cui si instaurano problemi di insufficienza venosa sono molto diverse da persona a persona, in relazione alla presenza e alla rilevanza di numerose variabili endogene ed esogene che influenzano significativamente la probabilità di sviluppare disturbi venosi di vario tipo.
I principali fattori di rischio per l’insufficienza venosa comprendono:
- la familiarità: nel 75% dei casi una persona che lamenta insufficienza venosa appartiene a una famiglia nella quale è presente almeno un altro soggetto con vene varicose; ciò induce a ritenere che la causa del disturbo sia almeno in parte genetica, ma non si conosce l’identità degli specifici geni coinvolti;
- la gravidanza: è la principale condizione predisponente a causa dell’aumento di peso e dei cambiamenti ormonali che comporta, entrambi negativi per la salute delle vene delle gambe;
- le alterazioni ormonali associate alla menopausa e all’uso di contraccettivi orali: contribuiscono ad aggravare i sintomi dell’insufficienza venosa e a promuovere l’insorgenza di varici;
- il fumo: è dannoso per tutto l’apparato cardiovascolare; a livello arterioso, riduce la quota di colesterolo buono (HDL) e aumenta la formazione di agenti ossidanti e radicali liberi, promuovendo il processo aterosclerotico; a livello venoso, può aggravare l’insufficienza venosa, riducendo la disponibilità di vitamine e di sostanze antiossidanti;
- la sedentarietà e il sovrappeso/obesità: prese singolarmente e, a maggior ragione combinate, favoriscono significativamente lo sviluppo e il peggioramento dell’insufficienza venosa; la prima perché impedisce di garantire un adeguato supporto muscolare alle pareti delle vene, i secondi perché aggravano il lavoro richiesto alle vene per far risalire il sangue verso il cuore e comportano un generale aumento dell’infiammazione sistemica, dannosa per il sistema cardiovascolare.