Soprattutto ora che il clima sta diventando sempre più rovente e l’irraggiamento UV è ai massimi livelli, limitare l’esposizione al sole è una priorità per tutti e a qualunque età, se si vuole evitare eritemi e scottature nell’immediato e ridurre il rischio di sviluppare melanoma e altri tumori cutanei negli anni a venire. Ma ciò non significa dover rinunciare completamente al sole. A piccole dosi, al mattino presto o al tramonto oppure nei mesi meno caldi dell’anno, l’esposizione ai suoi raggi è preziosa per l’organismo. E non soltanto perché permette di fare scorta di vitamina D, indispensabile per la salute delle ossa e per molte altre funzioni dell’organismo, ma anche per molte altre ragioni. Scopritele cliccando qui.
L’estate è ormai piena. Molti sono già in vacanza, altri stanno per partire o lo faranno a breve. Ma il sole di certo non manca nelle città italiane, bollenti e abbacinanti da diverse settimane. Abbronzarsi è piacevole, ma proteggersi è essenziale per arginare la sempre maggiore diffusione dei tumori della pelle e non promuovere un invecchiamento cutaneo eccessivo, che rimane poi indelebilmente anche quando l’incarnato impallidisce. Creme solari di buona qualità permettono di tutelare l’epidermide senza rinunciare ai piaceri del sole: ma sapete sceglierle e usarle correttamente? Verificatelo con questo quiz. E non dimenticate di applicarle in abbondanza.
di Rosanna Feroldi
Che la tanto amata abbronzatura non sia un segno di salute come a lungo (e forse ancora) è stata percepita dai più, ma soltanto la reazione difensiva della pelle nei confronti del danno inferto dai raggi solari dovrebbe essere ormai chiaro a tutti. Ma quanto siete veramente informati dei rischi che fate correre alla vostra pelle (e alla vostra salute in generale) quando vi esponete ai raggi ultravioletti (UVA e UVB), naturali o artificiali, senza aver preso le indispensabili precauzioni? Testate le vostre conoscenze con questo quiz. Ma, soprattutto, ricordate di usare sempre protezioni solari di alta qualità e adatte al vostro fototipo.
Mentre l’abbronzatura estiva si sta scolorendo con le piogge di novembre, arriva uno studio che può aiutare a trarre il meglio dall’esposizione ai raggi del sole. Sappiamo che si tratta di un difficile atto di equilibrio: troppo sole può portare al cancro della pelle, troppo poco alla carenza di vitamina D e alla depressione; considerazioni estetiche possono complicare ulteriormente le cose per coloro che amano avere una pelle abbronzata.
L’insolazione è la risposta della pelle a uno stress che comporta infiammazione, proliferazione cellulare e riparazione del Dna danneggiato dalle radiazioni ultraviolette. Questa reazione dolorosa può iniziare entro pochi minuti dal danno cellulare, mentre la produzione della melanina pigmentata scura, che serve a proteggere dai successivi attacchi dannosi, richiede ore o giorni.
La scoperta di Carmit Levy dell’Università di Tel Aviv è che la risposta della nostra pelle ai raggi del sole funziona su un ciclo di 48 ore.
«I risultati – ha affermato Levy in una nota – sono stati sorprendenti: ci aspettavamo una sincronizzazione su base giornaliera dei cicli protettivi della cellula».
Lo studio è stato fatto inizialmente sui topi di laboratorio: quelli che sono stati sottoposti a un ciclo di esposizione ogni due giorni hanno sviluppato cellule epidermiche di colore più scuro rispetto a quelli esposti ogni giorno o ogni tre giorni e soprattutto hanno fatto registrare un danno minore al Dna.
Il risultato è stato poi confermato anche per la pelle umana. Sia nei topi che negli esseri umani, è la proteina MITF (acronimo di melanogenesis associated transcription factor) a controllare la produzione di melanina e la sua diffusione nelle cellule vicine, dove agisce come una sorta di parasole microscopico. In entrambi i modelli, Levy ha scoperto che il MITF ha operato in modo più efficace con l’esposizione ogni 48 ore.
È difficile ipotizzare perché si sia formato un ritmo di questo tipo nell’organismo umano, dato che i nostri antenati si esponevano al sole ogni giorno, ma Levy ha ipotizzato che ci sia una connessione con la vitamina D prodotta dalla pelle, che risulta stabile nel sangue per 48 ore dopo l’esposizione al sole.
Malcov-Brog H, Alpert A, Golan T, Khaled M, Shen-Orr A, Levy C. UV-Protection Timer Controls Linkage between Stress and Pigmentation Skin Protection Systems. Molecular Cell Oct 25, 2018.
Con l’arrivo dell’estate e con le belle giornate ci si espone sempre di più al sole. Relax, vacanze e abbronzatura, ma anche eritemi, scottature e invecchiamento della pelle. A questo punto ci si chiede se il sole faccia davvero bene alla salute.
Se da una parte favorisce la sintesi della vitamina D, fissa il calcio nelle ossa, combatte i batteri e la depressione, dall’altra parte un’esposizione solare massiccia e senza protezione può provocare danni permanenti alla nostra pelle. Quando ci si espone al sole la pelle assorbe parte dei raggi solari, avviando una reazione chimica che si sviluppa, in modo da proteggere gli strati profondi della cute. Nel momento in cui la pelle è a contatto diretto con il sole i melanociti vengono stimolati a produrre più melanina e quindi ci si abbronza. L’abbronzatura, quindi, è una sorta di autodifesa che la pelle attua per proteggersi dal sole, specialmente dai raggi ultravioletti, che sono quelli più dannosi per la nostra pelle.
Questi ultimi si dividono in raggi UVA, che stimolano l’abbronzatura ma che provocano anche l’invecchiamento della pelle e tumori cutanei, raggi UVB che favoriscono l’abbronzatura veloce e la sintesi della vitamina D, ma provocano scottature ed eritemi e i raggi UVC, che per fortuna non arrivano alla Terra, perché fermati dallo strato di ozono. Queste radiazioni danneggiano la pelle e il DNA, facendo aumentare anche il rischio di tumori.
Le zone del corpo più a rischio sono sicuramente il viso, le braccia e la parte superiore delle spalle, in quanto sono quelle più esposte al sole. Per chi ha la carnagione chiara e gli occhi azzurri o verdi l’esposizione diretta ai raggi solari dovrebbe essere di 5-10 minuti, per le persone con carnagione scura e capelli e occhi scuri, invece, dovrebbe essere di massimo 45 minuti. Le creme protettive sono un buon metodo per proteggersi dai raggi ultravioletti e oggi in commercio ne esistono di diversi tipi. Ovviamente più è alto il fattore di protezione minore è il rischio di scottarsi. Si consiglia, quindi, di comprare sempre un solare con indice di protezione più alto rispetto a quello indicato per il proprio tipo di pelle, infatti queste creme vengono testate in laboratorio su quantità maggiori rispetto a quelle che vengono, poi, utilizzate realmente al sole. Altra cosa fondamentale è riapplicare la crema ogni volta che ci si espone al sole e quando si torna a casa, lavare per bene la pelle, togliendo ogni residuo e applicare un doposole che abbia proprietà lenitive e idratanti.
Una delle cose più importanti, ovviamente, è evitare le ore più calde della giornata, soprattutto se si tratta di portare dei bambini al mare. È consigliabile che questi prendano il minor sole possibile quindi portateli la mattina presto dalle 7.30 alle 9.00 e il pomeriggio dalle 17.30 alle 19.00. Inoltre, è consigliabile bere molto e proteggersi anche se ci sono nuvole o siete sotto l’ombrellone.
OSTEOPATI
AGOPUNTORI,MEDICINA OMEOPATICA,MEDICINA TRADIZIONALE CINESE
DENTISTI
IGIENISTA DENTALE, NATUROPATIA
NEUROCHIRURGHI
Medici Estetici, Dentisti, Medici di Base
Ginecologi, Medici di Base, Professional Counselor
Medici Estetici, Chirurghi Plastici, Medici di Base
Angiologi, Medici di Base
Medici Estetici, Medici di Base
CULTURA E SALUTE
|
AGGIORNAMENTI
|
PERCORSI
|