Il magnesio è un minerale essenziale per l’efficiente contrazione dei muscoli e per il funzionamento del sistema nervoso, nonché necessario per ottimizzare il metabolismo degli zuccheri e quello delle ossa, contrastare l’emicrania e la sindrome premestruale e molto altro. All’organismo, ne basta poco (circa 300-400 mg al giorno), ma quel poco non deve mancare. D’altro canto, non se ne deve neppure abusare se non si vogliono sperimentare effetti collaterali sgradevoli. Qualche informazione su dove trovarlo, quanto assumerne e perché.
Giorno: 9 Gennaio 2020
Quando lo stress raggiunge il limite il corpo manda segnali concreti
C’è un’area specifica nel corpo umano in grado di avvertirti quando stress e fatica sono arrivati al limite, in modo da non farti crollare, anche qualche tempo prima.
Accade ogni giorno spesso alle persone quando il lavoro diventa troppo e pressante, soprattutto in quei particolari lavori in cui l’individuo ha incarico di smaltire più richieste o ordini contemporaneamente e in modo incalzante. Riunioni, appuntamenti, il telefono che squilla continuamente
Per verificare se è vero che lo Stress si è impadronito di noi, basterà mettersi di fronte ad uno specchio e guardarsi gli occhi in generale e le pupille in particolare.
Lo stato delle pupille è quello che meglio racconta il livello di stress che si è raggiunto . Alcuni studi hanno potuto dimostrare la relazione tra entità e tipologia di lavoro e aspetto delle pupille, una risposta particolarmente accentuata allorché il soggetto è molto concentrato per poter svolgere un grosso carico di lavoro.
Ma come si essere certi quando le pupille stanno evidenziando uno stato di stress? Osservando le dimensioni della pupilla: se sono dilatate esse rivelano un costante aumento dei livelli di stress e tensione
Se la dilatazione dura poco e non permane vuol dire che lo stress è stato passeggero; ma se la dilatazione resta per lunghi periodi, allora diventa un segno evidente ed anche un sintomo da prendere in seria considerazione.
I fattori che concorrono ad aumentare i livelli di stress e a dilatare le pupille sono: l’ eccitazione, la paura, gli stati d’ ira e soprattutto gli stati ansiosi.
Anche alcune sostanze possono provocare la dilatazione delle pupille , e sono anch’esse collegate alle alterazioni degli stati emotivi: cocaina, cannabinoidi, LSD, alcol.
Operatori di settore e grandi aziende hanno ultimamente studiato ed approfondito sistemi in grado di misurare all’occorrenza il livello di stress dei propri dipendenti, al fine di meglio affidare le richieste di lavoro o per una migliore organizzazione dei turni.
Alcuni lavoratori hanno reagito in modo preoccupato verso il rischio di perdere il lavoro insiti in questi sistemi , allorché nelle mani di capi poco coscienziosi, e questo non è solo è la peggior critica che possa pervenire , ma per ironia potrebbe rappresentare a sua volta un ulteriore fattore che induce stress.
Principali tipi di avvelenamento: monossido di carbonio
Il monossido di carbonio è sicuramente una delle cause più frequenti di avvelenamento. Fino a poco tempo fa una sorgente di monossido di carbonio era data dai rubinetti del gas di città. Oggigiorno in molti paesi è stato rimpiazzato dal metano o “gas naturale”, che è privo di costituenti tossici. Oggi la principale sorgente di monossido di carbonio è rappresentata da gas di scarico dei motori a combustione interna. La maggior parte di questi casi di avvelenamento sono accidentali, anche se è ancora un metodo scelto per suicidarsi.
Segni e sintomi
Il monossido di carbonio è inodore e la sua presenza è riconoscibile solo a causa degli effetti nocivi che genera negli esseri viventi. Le prime manifestazioni possono essere confuse con sintomi isterici. L’apparato gastroenterico può essere interessato con vomito e incontinenza fecale. La cute e le mucose possono prendere una tinta rosea ed è possibile che compaiano lesioni bollose in alcuni punti di pressione.
Diagnosi e trattamento
Anche se i sintomi iniziali non sono caratteristici, l’anamnesi e le circostanza spesso portano alla diagnosi. La conferma che si tratti di un avvelenamento si ha misurando il livello di carbossiemoglobina nel sangue. A questo punto il paziente deve essere allontanato dall’area inquinata e gli si deve somministrare ossigeno. Se non si ha un recupero veloce è necessario trasferire il paziente in camera iperbarica. Per fronteggiare possibili complicanze cardiache il paziente dovrebbe essere tenuto a riposo assoluto con monitoraggio dell’ECG.
Fonte: Vademecum di terapia degli avvelenamenti di Roy Goulding