Le indagini di laboratorio
risalgono a più di 150 anni fa, quando fu utilizzata per la prima volta l’analisi
chimica quantitativa. Lo scopo principale era quello di risolvere casi
giuridici incerti. La transizione dall’approccio prudente ed esigente non è
stata una cosa semplice, in quanto le correlazioni tra i reperti di laboratorio
e lo stato clinico non sono molto precise. Proprio per questo motivo non
sorprende che ancora oggi il laboratorio tossicologico non occupi un posto di
rilievo nell’unita degli avvelenamenti.
Chimica clinica
Nel trattamento di un
avvelenamento è necessario valutare anche lo stato biochimico del paziente, che
può essere salvaguardato solo se è possibile registrare il pH del sangue e
delle urine, gli elettroliti plasmatici ed i gas ematici.
Tossicologia chimica
Quando si tratta di un’emergenza,
conoscere il veleno non è una necessità assoluta. Bisognerebbe, invece,
raccogliere sempre campioni di feci, di vomito e sangue eparinizzato, che non
dovrebbero mai essere distrutti, in quanto forniscono prove di inestimabile
valore. Anche in reparto, la maggior parte dei casi di overdose sono di modesta
entità, per cui possono essere curati senza bisogno di cognizioni specifiche di
tossicologia. Ovviamente ci sono sempre situazioni in cui è necessaria un’analisi
tossicologica.
Screening
Attraverso uno screening
chimico di tipo qualitativo è possibile avere molti chiarimenti riguardo l’avvelenamento.
Il chimico del laboratorio può solo riportare i risultati, mentre al medico
spetta l’interpretazione di tali. Un programma di screening non è mai del tutto
esauriente ed una risposta negativa non esclude un avvelenamento al di fuori
della portata delle capacità dello screening.
Metodi quantitativi
Assicurarsi della presenza
di una sostanza ha i suoi limiti, infatti si possono ottenere maggiori
informazioni dalla determinazione della concentrazione degli agenti tossici. Spesso
le procedure possono richiedere molto tempo. Per molti dei veleni che si vedono
nella pratica sono state pubblicate tabelle che riportano i livelli che si
dovrebbero aspettare in regime terapeutico e quelli che depongono per un’overdose
del farmaco. Ovviamente la risposta può variare da paziente a paziente.
Farmaco-dipendenza
Le persone dipendenti dai farmaci sono poco attendibili nell’anamnesi. Inoltre per ottenere prescrizioni più “generose”, tendono ad esagerare l’entità dell’abuso fatto. Quando temono di incorrere nella giustizia cercano di convincere dell’innocenza di quanto accaduto. È difficile realizzare studi quantitativi su pazienti dipendenti verso un farmaco. Bisogna tener presente che anche i risultati di studi qualitativi effettuati sulle urine non possono essere trasposti a livelli sierici e sono esposti a critiche da un punto di vista medico-legale per la ristretta validità.
Fonte: Vadecum di terapia degli avvelenamenti di Roy Goulding