Il monossido di carbonio è sicuramente una delle cause più frequenti di avvelenamento. Fino a poco tempo fa una sorgente di monossido di carbonio era data dai rubinetti del gas di città. Oggigiorno in molti paesi è stato rimpiazzato dal metano o “gas naturale”, che è privo di costituenti tossici. Oggi la principale sorgente di monossido di carbonio è rappresentata da gas di scarico dei motori a combustione interna. La maggior parte di questi casi di avvelenamento sono accidentali, anche se è ancora un metodo scelto per suicidarsi.
Segni e sintomi
Il monossido di carbonio è inodore e la sua presenza è riconoscibile solo a causa degli effetti nocivi che genera negli esseri viventi. Le prime manifestazioni possono essere confuse con sintomi isterici. L’apparato gastroenterico può essere interessato con vomito e incontinenza fecale. La cute e le mucose possono prendere una tinta rosea ed è possibile che compaiano lesioni bollose in alcuni punti di pressione.
Diagnosi e trattamento
Anche se i sintomi iniziali non sono caratteristici, l’anamnesi e le circostanza spesso portano alla diagnosi. La conferma che si tratti di un avvelenamento si ha misurando il livello di carbossiemoglobina nel sangue. A questo punto il paziente deve essere allontanato dall’area inquinata e gli si deve somministrare ossigeno. Se non si ha un recupero veloce è necessario trasferire il paziente in camera iperbarica. Per fronteggiare possibili complicanze cardiache il paziente dovrebbe essere tenuto a riposo assoluto con monitoraggio dell’ECG.
Fonte: Vademecum di terapia degli avvelenamenti di Roy Goulding