Il glutine è il nemico n. 1 per i celiaci ed è difficile da evitare.
Gli episodi di questa malattia autoimmune cronica possono essere scatenati dall’ingestione di glutine, una proteina chiave nel grano e in alcuni altri cereali. I ricercatori hanno esplorato come i batteri intestinali, in particolare i bifidobatteri, potrebbero essere usati come trattamento. Gli scienziati che pubblicano i risultati degli esperimenti di laboratorio nel Journal of Agricultural and Food Chemistry di ACS, spiegano anche come funzionano tipi specifici di bifidobatteri.
Gli esseri umani hanno molti tipi di batteri che vivono nei loro sistemi digestivi, ma quelli con celiachia hanno livelli alterati di batteri “benefici” e batteri “dannosi” intestinali.
Questo implica che i pazienti affetti da celiachia, pure attenendosi a una rigorosa dieta priva di glutine, in genere non possono ristabilire da soli un microbioma intestinale ideale.
In particolare, i livelli di batteri nella famiglia dei bifidobatteri sono più bassi in quei pazienti con quella condizione che in individui sani.
Questi batteri possono tagliare le proteine del glutine in frammenti più piccoli che non sono così aggressivi o dannosi per i pazienti, il che ha portato i ricercatori a provare a usare i microbi come probiotici per curare le malattie gastrointestinali.
Così Edson Rodrigues-Filho, Natália E. C. de Almeida e colleghi hanno iniziato a vedere esattamente come vari ceppi di bifidobatteri abbattono i peptidi di glutine e quali gli effetti che avrebbero questi peptidi derivati dal glutine, più ridotti quanto a risposta immunitaria.
I ricercatori hanno estratto le proteine del glutine dalla farina di grano e hanno coltivato quattro ceppi della famiglia dei bifidobatteri, sia separatamente che in un grande gruppo.
In un ambiente intestinale artificiale, B. longum ha suddiviso le proteine del glutine in un numero più elevato di frammenti, rispetto agli altri ceppi e alla miscela di tutti e quattro i ceppi.
Da lì, il team ha analizzato le risposte citotossiche e infiammatorie ai vari peptidi e ha scoperto che quelli del ceppo B. longum hanno causato il minor danno alle cellule intestinali nelle piastre di Petri.
Questi risultati segnano la prima identificazione di peptidi specifici derivati dal glutine e generati direttamente dalle proteine del glutine, restate intatte rispetto all’attività dei bifidobatteri e alle risposte immunologiche da parte delle cellule umane.
Tutto questo per i ricercatori aprirà la strada a nuovi trattamenti e migliori risultati per i pazienti.
15 aprile 2020
Fonte: American Chemical Society