Le piante di edera, quercia e sommacco causano una reazione allergica, e spesso con conseguente eruzione cutanea, nella metà degli adulti. Una parte di questi soggetti ha una reazione cutanea e solo nel 15-25% dei casi si osserva un edema e l’eruzione di vesciche. Le persone allergiche possono entrare in contatto con questa pianta attraverso vestiti, scarpe, per il contatto con il pelo di animali o attraverso il fumo delle piante che bruciano. Non ci sono rischi nel toccare il liquido contenuto nelle vescicole. I sintomi sono: prurito, eritema, edema, e vesciche, a seconda delle forme attraverso cui si viene contagiati. La gravità è sicuramente importante, ma lo è anche l’estensione della cute colpita, infatti più grande è, maggiore è la necessità di cure mediche.
Cosa fare?
- Chi sa di essere allergico ed è entrato in contatto con una pianta velenosa deve agire immediatamente. Molte vittime non si accorgono del contatto fino a molte ore o addirittura giorni dopo. Nel momento in cui compare il prurito e l’eruzione cutanea usare acqua e sapone per pulire la cute o applicare dell’alcool. Sciacquare per rimuovere il materiale solubilizzato.
- Per le forme lievi è possibile ricorrere a 4 metodi diversi: compresse imbevute con soluzione di Burow, lozione di calamina o ossido di zinco, acqua tiepida mescolata con due tazze di farina da vena colloidale, pasta di bicarbonato di sodio.
- Per le forme lievi-moderate, invece, trattare la cute come per la forma lieve. Applicare una pomata cortisonica e per il prurito immergere l’area interessata in acqua calda.
- Per le forme gravi, usare un cortisonico per via orale oppure applicare una pomata o una crema cortisonica e coprire con un foglio di plastica trasparente.
Funghi
In Italia tra le sostanze più velenose ci sono i funghi. Essi provocano sindromi a lunga incubazione e sindromi a breve incubazione.
Cosa fare?
- In caso di sindrome falloidea, dopo un periodo che va dalle 6 alle 20 ore compare nausea, vomito, diarrea, e dolori addominali. Il trattamento consiste nella gastrolusi con carbone vegetale. Si tratta di una terapia antibiotica con diuresi forzata.
- In caso di sindrome anticolinergica i sintomi sono vertigini, nausea e vomito. In seguito compaiono delirio, allucinazioni, coma e depressione respiratoria. La terapia consiste in un trattamento di gastrolusi con carbone attivato, sedazione e fluidoterapia.
- In caso di sindrome colinergica dopo 2 ore dall’ingestione compaiono lacrimazione, miosi, rinorrea, bronco-spasmo, vomito, ipotensione, tremori e parestesie. Trattare la sindrome con gastrolusi.
Fonte: Guida Tascabile di Pronto Soccorso di Mediserve