Che le diete drastiche ripetute facciano male alla salute, e non soltanto a quella fisica, è un concetto risaputo e ampiamente ribadito da medici e nutrizionisti, anche se non sempre tenuto nella giusta considerazione dai destinatari del messaggio. Ossia dalle persone con qualche o molti kg di troppo, che vorrebbero migliorare la propria forma fisica e il proprio aspetto.
La ragione è presto detta: se il sovrappeso è deleterio perché aumenta il rischio cardiovascolare, lo stato infiammatorio generale e il rischio di sviluppare disordini ormonali e alcuni tumori (come quello del colon-retto e quello del seno nelle donne), dimagrire troppo rapidamente impone all’organismo uno stress metabolico considerevole, che non migliora molto le cose.
Se, poi, dopo il calo di peso iniziale non si riesce a mantenere il risultato (come accade nella maggioranza dei casi, se non si è seguiti da un nutrizionista/dietologo), l’effetto è ancora peggiore perché si ritornerà nella categoria di rischio iniziale sul piano clinico e si accumulerà più tessuto adiposo che massa muscolare (in parte persa insieme a quella grassa durante il dimagrimento).
Studi condotti in passato avevano già avvisato che l’effetto yo-yo è dannoso per le persone sovrappeso od obese affette da patologie cardiovascolari, che possono beneficiare molto da una perdita di peso pari ad almeno il 5-10% di quello iniziale, ma soltanto se mantenuta a lungo termine.
Nuovi dati provenienti da uno studio coreano che ha coinvolto 3.678 uomini e donne, sottoposti a monitoraggio del peso corporeo e valutazioni mediche ogni 2 anni per un periodo di 16 anni, segnalano ora che, anche in chi non presenta patologie specifiche, le oscillazioni ponderali ripetute sono da evitare in quanto associate a un significativo aumento della mortalità (anche superiore al 50% rispetto a chi mantiene un peso abbastanza stabile).
L’unica categoria di persone che riesce a trarre un certo beneficio da questa forma di dimagrimento metabolicamente scorretta è quella dei soggetti obesi, privi di malattie cardiovascolari. In questo sottogruppo, infatti, le perdite di peso, seppur transitorie, sembrano comportare un minor rischio complessivo di sviluppare diabete con il passare degli anni (ridotto in media del 24%). D’altro canto, va precisato che il vantaggio sarebbe decisamente maggiore se il peso fosse perso una volta per tutte e non più recuperato.
Ma attenzione: l’effetto protettivo dello yo-yo ponderale nei confronti del diabete vale soltanto per chi è obeso in partenza. Per le persone inizialmente normopeso o con solo qualche kg di troppo, ogni oscillazione un po’ marcata della bilancia aumenta la probabilità di perdere il controllo della glicemia negli anni successivi, anziché diminuirla.
In nessun caso, invece, dimagrire-ingrassare-ridimagrire-reingrassare ecc. più o meno spesso sembra avere, di per sé, un impatto significativo sul rischio di andare incontro a eventi cardiovascolari acuti come infarto cardiaco e ictus cerebrale, a meno che già non si soffra di malattie predisponenti in questo senso.
In vista degli abbondanti pasti del periodo natalizio, meglio tener conto di questi dati e cercare di non accumulare troppi kg, che sarebbero poi faticosamente da perdere all’inizio del nuovo anno.
Fonte
Tae Jung Oh et al. Body-weight fluctuation and incident diabetes mellitus, cardiovascular disease, and mortality: a 16-year prospective cohort study. The Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism, 2018; doi1:0.1210/jc.2018-01239