Meteorismo significa distensione della parete addominale dovuta a un accumulo di gas nell’intestino. È un termine ampiamente impiegato nell’adulto e talvolta proposto non tanto come sintomo, quale di fatto è, ma quasi come una malattia. Esso, in realtà, può verificarsi anche nel bambino, nel quale assume un significato differente a seconda della fascia d’età e delle conseguenze che può avere sia sulla digestione sia sul benessere generale.
Le cause
In altre parole si tratta di un fenomeno o, se si preferisce, disturbo, che può essere del tutto aspecifico oppure diventare un valido indizio di orientamento verso una diagnosi precisa. Nel lattante, per esempio, la causa più comune è l’aerofagia, ossia l’ingestione di aria, favorita il più delle volte da un ancoraggio al seno non ottimale o, in caso di allattamento artificiale, da un foro nella tettarella troppo piccolo. Sempre nelle prime settimane di vita un altro fattore determinante è l’alimentazione del piccolo non ai primi segnali di fame (risveglio dal sonno, movimento degli occhi, schiocco della lingua e movimenti delle labbra) ma dopo l’”esplosione” del pianto, che fa ingurgitare aria. Le coliche sono poi un altro fenomeno fisiologico che determina tensione della parete addominale e, secondo alcuni, è espressione di un processo di maturazione del tubo digerente.
Il ruolo del latte
Il meteorismo, però, può essere anche dovuto a gastroenteriti, difficoltà digestive e allergie alimentari: nel lattante al primo posto troviamo l’allergia alle proteine del latte vaccino, mentre a partire dallo svezzamento gli eventi più probabili sono l’intolleranza al lattosio e al glutine. Il lattosio, in particolare, per poter essere assorbito, richiede l’intervento della lattasi, che lo scinde nelle sue due unità costitutive, glucosio e galattosio. La riduzione di tale enzima, che si verifica in alcuni individui, determina la permanenza di questo zucchero e la sua fermentazione ad opera della flora batterica intestinale: ecco allora spiegati i due segni inconfondibili, il meteorismo e la diarrea, che si manifestano dopo l’assunzione di latte, latticini e altri alimenti contenenti lattosio. Il sospetto inizialmente si pone sulla base di questa associazione diretta, ma può trovare facile e definitiva conferma con l’esecuzione di un semplice test suggerito dal pediatra.Una volta posta la diagnosi, comunque, per il bambino non significa dover rinunciare a un alimento così importante come il latte e a tutti i cibi fonte di lattosio: grazie alla ricerca, infatti, è stato approntato un preparato che consente di degradarlo, ovviando in questo modo alla carenza di lattasi.
Se un bambino, dunque, non ha mai sofferto in precedenza di meteorismo è sempre bene osservare in primo luogo l’andamento di questo disturbo e in particolare se viene influenzato dalla dieta. Nel caso di sua persistenza o accentuazione è sempre bene consultare il pediatra di fiducia al fine di un’attenta valutazione, che consentirà di intraprendere le opportune indagini e i necessari provvedimenti per limitare o possibilmente evitare il disagio al bambino, piccolo o grande che sia.