Finalmente una buona notizia: l’Italia, che anche grazie ai suoi 53 siti Unesco è il primo Paese al mondo per disponibilità di patrimonio artistico-culturale, risulta tra i primi tre migliori Paesi dove si consiglia di viaggiare nel 2018, a conferma del ruolo strategico che il turismo occupa nella nostra economia.
I dati del CNR
Resi noti martedì 13 febbraio a Milano, i dati del XXI Rapporto sul turismo italiano curato dall’ Istituto di ricerca su innovazioni e servizi per lo sviluppo del Consiglio nazionale delle ricerche (Iriss-Cnr): essi indicano la cifra record di 117 milioni di arrivi nel 2016 (3,5 milioni in più rispetto al 2015), confermando il trend positivo degli anni precedenti. Circa il 40% dei visitatori sono stranieri: in testa la Germania con 56 milioni di presenze, seguita da Francia e Regno Unito. Le regioni più visitate sono Veneto (22%), Toscana (12%) e Lombardia (11,2%).
In dettaglio: nel 2016 i consumi turistici in Italia sono stati pari a 93,9 miliardi di euro, di cui 36,4 miliardi riconducibili alla domanda straniera (38,7% del totale) e 57,6 miliardi a quella interna (61,3%). Il valore aggiunto generato si è attestato su 103,6 miliardi di euro, oltre tre volte quello prodotto nel settore agro-alimentare e oltre quattro volte la ricchezza generata da tessile e abbigliamento.
Un risultato eccezionale
Il trend positivo è rafforzato anche dai dati provvisori del primo semestre 2017, che rivelano incrementi di arrivi e presenze, rispettivamente pari al 5,5% ed al 7% rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente. Su una tendenza analoga si collocano le previsioni per il 2018, che indicano un ulteriore progresso degli arrivi del 4%.
Le presenze straniere mostrano un trend positivo costante con un tasso medio annuo nel quinquennio 2011-2016, pari a +2,5% (tra 2015 e 2016 +3,5%). In particolare, i tedeschi, con circa 56 milioni di presenze, detengono la quota più rilevante (28,4%), seguiti da francesi e turisti provenienti dal Regno Unito che, con circa 13 milioni di presenze, si attestano su 6,7% e 6,5%. Da sottolineare che circa il 70% delle presenze straniere si concentra in sei regioni: Veneto (22%), Toscana (12%), Lombardia (11,2%), Provincia di Bolzano (10,8%), Lazio (9,8%) ed Emilia-Romagna (5%). Pertanto, la crescita del turismo domestico, dal picco delle presenze registrato nel biennio 2014-2015 (+4,5%), è passata tra il 2015 ed il 2016 a un incremento molto più contenuto, pari al 1,6%.
“Tali dinamiche rappresentano la risultante dell’effetto congiunto di fattori esogeni, legati alle crisi economiche, alle catastrofi naturali o agli attentati terroristici, e dei cambiamenti strutturali del settore”, sostiene il Direttore del Iriss-Cnr, Alfonso Morvillo, curatore del rapporto assieme ad Emilio Becheri e Roberto Micera-.Tra questi: l’affermazione di nuove forme di ricettività nel mercato turistico come riflesso della diffusione della sharing economy; l’affermazione della reintermediazione attraverso le Online Travel Agency; l’implementazione di strategie a supporto dei borghi per la valorizzazione delle aree interne e per la ripresa delle aree colpite dal terremoto; l’emergere di nuovi segmenti, sia come evoluzione di mercati tradizionali (turismo dei paesaggi e turismo fandom), sia come fenomeni di nicchia, in via di sviluppo (turismo dei nuovi gruppi familiari, shopping tourism, turismo di lusso)”