Nelle ultime settimane sono più di 7 milioni gli italiani costretti a letto a causa dell’infuenza che, quest’anno, sembra essere davvero molto aggressiva. Come sempre i soggetti più colpiti sono gli anziani, i bambini e tutti i pazienti che soffrono di patologie croniche. I sintomi più diffusi sono febbre, tosse e un senso di spossatezza generale che colpisce tutto l’organismo, costringendo gli ammalati ad un riposo forzato sotto le coperte. Questa ondata di malattia non ha raggiunto ancora il picco massimo (in arrivo per la prossima settimana) ma i suoi numeri hanno già superato quelli registrati lo scorso anno.
Secondo Caterina Rizzo, epidemiologa dell’Istituto Superiore di Sanità, “Questa stagione sta avendo un impatto maggiore. Abbiamo i numeri più alti delle ultime cinque stagioni. Una diffusione maggiore, ma i casi severi sono in linea con le stagioni precedenti. Comunque ci stiamo avvicinando al picco: nell’ultima settimana di dicembre ci sono stati 11 casi su mille abitanti, già nella settimana scorsa ne abbiamo avuti 13,5. Pensiamo che il picco più alto che si è mai registrato è stato di 15 casi su mille, nella stagione 2004-2005. Quindi siamo già ad un livello alto“.
I casi più gravi
Nonostante i numeri dei casi più gravi sian0 in linea con quelli degli anni passati non sono mancati, purtroppo, i decessi. Dall’inizio della sorveglianza (all’incirca verso settembre 2017) sono stati circa 140 i casi più gravi segnalati, con ben 30 decessi di individui sopra i 25 anni. Tra i casi più gravi, inoltre, tre hanno interessato donne in dolce attesa, le quali però fortunatamente sono riuscite a riprendersi non compromettendo la salute dei loro piccoli. Dei 140 pazienti in gravi condizioni, tutti sono stati ricoverati in una Unità di terapia intensiva e/o subintensiva e 79 sono stati intubati.
Come già detto in precedenza i soggetti più a rischio sono senza dubbio i bambini e gli individui over 65, per i quali è raccomandato il vaccino, anche se siamo quasi fuori tempo massimo in quanto il vaccino ha bisogno di circa due settimane di tempo per offrire una protezione ideale.
Come curarsi
Per resistere all’attacco influenzale è fondamentale mettere in campo una importante opera di prevenzione e di cura. Secondo le parole di Claudio Mastroianni, segretario Simit, “È essenziale rimanere a riposo e al caldo, bere, usare antinfiammatori e antipiretici. Gli antibiotici solo nei casi di complicanze batteriche poiché si tratta di una forma virale che può essere curata con terapia sintomatica.” Non occorre recarsi subito in ospedale ma se la febbre alta continua per più di tre giorni è opportuno contattare un medico.