Lo svenimento in gravidanza è un evento poco comune ed è generalmente ritenuto un fenomeno benigno e privo di conseguenze, legato agli effetti delle variazioni ormonali caratteristiche della gestazione sull’apparato cardiovascolare. Per facilitare l’afflusso del sangue alla placenta e al feto, infatti, gli ormoni della gravidanza inducono aumento della frequenza cardiaca e vasodilatazione, che possono causare cali pressori estemporanei e/o una repentina e transitoria diminuzione dell’afflusso di ossigeno al cervello della donna.
Questo tipo di svenimento di natura cardiovascolare (chiamato anche sincope), finora, è stato considerato un malessere di poco conto nella donna in gravidanza giovane e complessivamente sana: un inconveniente sicuramente fastidioso, ma che passa da solo in pochi minuti, restando sdraiati per po’ in un luogo tranquillo, con le gambe leggermente sollevate, e assumendo un po’ di acqua e zucchero e/o sali minerali.
Nuovi dati, ottenuti nell’ambito di una ricerca canadese che ha coinvolto 481.930 nati nella provincia di Alberta tra il 2005 e il 2014, indicano, però, che non è sempre così e che lo svenimento in gravidanza merita di essere posto all’attenzione del medico ed eventualmente approfondito con qualche esame mirato, poiché potrebbe essere il segnale di problemi per la salute materna e/o fetale. Soprattutto, quando avviene nel 1° trimestre.
In particolare, nello studio è stato osservato che a svenire è circa l’1% delle donne in gravidanza e che in un terzo dei casi (32,3%) lo svenimento si verifica nel 1° trimestre. In quest’ultimo caso, le donne che hanno almeno una sincope hanno una maggiore probabilità di dare alla luce il neonato pre-termine, ossia prima della 37a settimana di gestazione, con tutto quel che ciò comporta in termini di fragilità e possibili complicanze per la salute del bambino nei primi mesi di vita.
In aggiunta, tra i nati da madri che erano svenute almeno una volta nel 1° trimestre erano più frequenti i difetti cardiaci congeniti, mentre le madri stesse erano a rischio di andare incontro ad aritmie cardiache e a ulteriori episodi di sincope nell’anno successivo alla nascita del bambino. L’approfondimento medico e il successivo monitoraggio sono ancora più importanti se la donna in gravidanza sviene più di una volta: evenienza che nello studio si è verificata nell’8% delle donne con sincope, pari a circa una gravidanza ogni mille di quelle monitorate. In questi casi, infatti, sono state riscontrati con maggior frequenza anomalie congenite e basso peso alla nascita del neonato.
A fronte di queste evidenze, i ricercatori ritengono che lo svenimento in gravidanza debba essere considerato un segnale d’allarme importante e inserito tra i fattori di rischio per la mamma e per il bambino, al pari della preeclampsia (ipertensione in gravidanza) e del diabete gestazionale.
La raccomandazione di sottoporsi a una valutazione medica, d’altro canto, non deve indurre eccessive preoccupazioni: nella maggioranza dei casi, lo svenimento in gravidanza è effettivamente benigno e privo di sequele; effettuare qualche controllo è importante per eliminare ogni dubbio e/o individuare precocemente i pochi casi in cui potrebbero esserci problemi meritevoli di trattamento.
Fonte
Chatur S et al. Incidence of Syncope During Pregnancy: Temporal Trends and Outcomes. J Am Heart Assoc. 2019;8(10):e011608. doi:10.1161/JAHA.118.011608 (https://www.ahajournals.org/doi/full/10.1161/JAHA.118.011608?url_ver=Z39.88-2003&rfr_id=oriridcrossref.org&rfr_dat=cr_pubpubmed)