Medico di famiglia, medico di base, medico curante, medico di fiducia, medico generalista, medico generico o anche, in ambito istituzionale, medico di medicina generale. Qualunque sia il modo in cui lo si voglia chiamare, questo dottore è conosciuto da tutti gli italiani perché è il medico a cui ogni cittadino si rivolge al primo sintomo di malessere. Ma forse non tutti sanno che il medico di famiglia non può prescrivere una serie di farmaci, tra cui quelli per il diabete. Una limitazione che gli stessi medici e specialisti, nonché le associazioni di pazienti, non trovano giustificata e che chiedono, pertanto, di abolire.
All’interno del nostro servizio sanitario nazionale, il medico di base è l’ufficiale sanitario di primo livello, ovvero colui che presta il primo livello di assistenza sul territorio. Emessa la diagnosi, il medico di base può prescrivere farmaci con apposita ricetta medica o indicare visite mediche specialistiche tramite la cosiddetta impegnativa. Tuttavia, non può prescrivere farmaci innovativi, ovvero gli antidiabetici di nuova generazione, gli anticoagulanti e i farmaci contro la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO). In base alla normativa vigente in Italia, infatti, la prescrizione di intere classi di farmaci è affidata esclusivamente ai medici specialisti nell’ambito della compilazione del “piano terapeutico”.
La logica alla base di queste limitazioni prescrittive è puramente economica: si tratta di farmaci con costi mediamente superiori a quelli di altri disponibili per le stesse patologie. Una differenza che i medici di base contestano perché, secondo loro, la scelta dei farmaci dovrebbe essere fondata su criteri condivisi di appropriatezza prescrittiva, e non invece riservata solamente ad alcune categorie di professionisti.
Quanto agli effetti sui cittadini, secondo i medici di base limitare le prescrizioni ostacola il diritto del paziente all’accesso al farmaco, rischiando di compromettere l’efficacia delle cure. I medici, pertanto, reclamano a gran voce di poter prescrivere i farmaci che ritengono più appropriati, in particolare i farmaci antidiabetici, alcuni dei quali costituiscono un reale avanzamento terapeutico per il controllo della glicemia, o i nuovi anticoagulanti che migliorano l’aderenza terapeutica, o le associazioni di farmaci per la BPCO.
La prescrizione immediata, quindi, assicura vantaggi diretti ai pazienti, che non andrebbero ad affollare le strutture specialistiche. L’ampliamento delle competenze, inoltre, consentirebbe ai medici di famiglia di acquisire nuove professionalità e nuove conoscenze scientifiche nei confronti dei farmaci innovativi.
di Paola Mantovano