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In totale, nel mondo sono 1,4 miliardi le persone che non svolgono un’attività fisica al di sopra dei 150 minuti settimanali raccomandati. La questione riguarda in particolar modo le donne: nel 2016 il 32% delle donne non si muove abbastanza, rispetto all’uomo che invece si ferma al 23%. Anche in Italia si registra la stessa tendenza, infatti le donne toccano il 46,2% e gli uomini il 36,2%. Gli esperti dell‘Organizazione Mondiale della Salute per attività fisica intendono anche il lavoro domestico, così come gli spostamenti a piedi e i generici impieghi del tempo libero.

Complessivamente il 16% dei Paesi a basso redditto ha fatto registrare livelli insufficienti rispetto al 37% di quelli ad alto reddito. I paesi più pigri sono stati Kuwait, le Isole Samoa, l’Arabia Saudita e l’Iraq dove più della metà degli adulti non sono sufficientemente attivi. Anche negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Cina i risultati sono demoralizzanti, in quando anche i loro abitanti si muovono poco.

Secondo l’Oms questa è la definizione corretta di sedentario: “Ogni sforzo esercitato dal sistema muscolo-scheletrico che si traduce in un consumo di energia superiore a quello delle condizioni di riposo”. Chi non raggiunge, quindi, i 150 minuti di attività moderata o i 75 ad alta intensità, viene considerato sedentario. L’attività fisica non ci aiuta solo a stare meglio con noi stessi e con il nostro corpo, ma previene anche malattie cardiovascolari e diabete.

 

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