C’è grande fermento per l’attuazione della normativa, prevista dalla legge sulla Buona Scuola, sull’insegnamento delle principali tecniche di primo soccorso in tutte le scuole del territorio nazionale. Si tratta di una iniziativa estremamente importante in quanto potrebbe permettere il salvataggio di numerose vite, sia a scuola sia nella vita di tutti i giorni. Conoscere, infatti, quali sono le principali tecniche salvavita può esserci d’aiuto in moltissime situazioni giornaliere, sia per quanto riguarda il riconoscimento sul proprio corpo di segnali preoccupanti che indicano il manifestarsi imminente di una determinata patologia (l’infarto è sicuramente tra queste), sia per correre in aiuto di un familiare, parente o un individuo sconosciuto (nel caso di un malore in strada) fino anche a salvargli la vita.
L’iniziativa è stata affidata dal Miur a Mario Balzanelli, presidente del Sis 118, che definisce il percorso intrapreso come: “Una grande operazione culturale, che vede l’Italia ai primi posti nel mondo e maglia rosa per l’iniziativa che ha riguardato le lezioni ai bambini dell’asilo”. Prima di partire con le lezioni sull’intero territorio italiano, è stata effettuata, come giusto che si in questi casi, una sperimentazione che ha coinvolto diverse scuole in tutta italia, appartenenti a diversi livelli di istruzione. I risultati sono stati estremamente positivi e incoraggianti tanto che, per fortuna, il servizio sarà esteso a tutto il territorio nazionale.
La sperimentazione
Le lezioni sperimentali si sono tenute in diverse città d’Italia (Taranto, Vibo Valentia, Sassari, Salerno, Campobasso, Latina, Pistoia, Perugia, Macerata, Savona, Sondrio, Padova, Trieste) e sono state accolte in maniere entusiasmante sia dagli alunni, chi più grande chi meno, sia dai professori e da tutto il personale scolastico. Al termine del percorso le stime parlando di circa 4500 studenti coinvolti. Stando al programma prestabilito, ai bambini più piccoli, ovvero quelli delle scuole materne, i bambini hanno imparato a riconoscere i maggiori pericoli per la loro persona e ad avvisare gli adulti o chiamare il 118. Crescendo con l’età aumentano anche le capacità dei bambini, difatti alle scuole elementari gli studenti hanno imparato a riconoscere un infarto e a praticare il massaggio cardiaco, oltre che studiare le principali manovre per rimuovere un corpo esterno dalle vie respiratorie. Alle medie si è lavorato invece sulla respirazione artificiale, sul primo soccorso in caso di emorragia e su come trattare le ferite da ustione. Infine i ragazzi più grandi hanno imparato l’utilizzo del defibrillatore, l’apertura delle vie aeree, stabilizzare il collo, immobilizzare gli arti e, più in generale, hanno visto nel dettaglio come medicare una ferita.
Si tratta di un percorso davvero fruttuoso, stando alle stesse parole di Balzanelli infatti: “Con questo progetto sulle manovre salvavita insegnate ai giovani, saranno formati 5 milioni di studenti e 800 mila tra professori e personale Ata. Ogni anno con la Maturità usciranno dalle scuole 500 mila giovani in grado di usare un defibrillatore e con un certificato Blsd”. Numeri importanti e che potrebbero contribuire a salvare numero vite.