Difficoltà ad andare in bagno, sensazione di pienezza e malessere addominale, gonfiore e flatulenza; a volte, crampi. Tutti sintomi tipici di una condizione, la stitichezza, che chiunque ha indubbiamente sperimentato più di una volta nel corso della vita per le ragioni più diverse. Stress, alimentazione disordinata, insufficiente assunzione di liquidi, viaggi, terapie farmacologiche che interferiscono con la motilità dell’intestino, gravidanza ecc. sono soltanto alcune delle cause più comuni, che generalmente si presentano in modo occasionale e persistono per brevi periodi.
Per alcune persone, tuttavia, la stitichezza può diventare una compagna fedele e ostinata, senza che sia possibile individuare un fattore in grado di giustificarla e sul quale agire per attenuare il fastidio. In questi casi, si parla di stipsi funzionale cronica: una condizione che interessa soprattutto gli anziani e le donne e che, di norma, si associa a una significativa riduzione della qualità di vita, nonché a un aumento della spesa sanitaria per visite ed esami, terapie spesso poco utili e trattamenti per la gestione delle possibili complicanze.
Un recente studio italiano, condotto in collaborazione tra l’Ospedale “Saverio de Bellis” di Castellana Grotte (Bari), l’Università di Bari e l’Università di Chieti-Pescara, indica che la stitichezza funzionale cronica può essere correlata a bassi livelli di vitamina D nel sangue, suggerendo così una nuova possibile strategia per alleviarne i disagi, basata sull’integrazione di questa vitamina essenziale per tutelare la salute delle ossa, la funzionalità del sistema immunitario, il mantenimento di un buon tono dell’umore e molte altre funzioni organiche fondamentali.
Nello studio, 86 pazienti affetti da stipsi funzionale cronica e 86 soggetti sani con caratteristiche demografiche e cliniche generali sovrapponibili (85% donne; età media 50 anni) sono stati valutati relativamente a motilità/funzionalità intestinale, possibili disbiosi (alterazioni di composizione del microbiota intestinale) e livelli plasmatici di 25-idrossi-vitamina D (25-OH-D). Inoltre, tutti i partecipanti sono stati valutati sul fronte del tono dell’umore e della qualità di vita.
Dall’analisi è emerso che i pazienti con stipsi funzionale cronica avevano livelli plasmatici di 25-OH-D significativamente inferiori rispetto ai controlli con funzionalità intestinale normale e che il deficit di vitamina D costituiva un fattore di rischio significativo per la stipsi funzionale cronica anche dopo aver eliminato possibili fattori confondenti. In aggiunta, la ridotta funzionalità intestinale era accompagnata da sintomi di ansia e/o depressione e ridotta qualità di vita.
In attesa di comprendere il meccanismo alla base della correlazione tra ridotta funzionalità intestinale e insufficienza di vitamina D, i ricercatori suggeriscono di misurare i livelli plasmatici di 25-OH-D in tutti i pazienti affetti da stipsi funzionale cronica e, qualora si riscontrassero deficit, di compensarli con supplementazioni mirate di vitamina D, sicuramente vantaggiose anche sul piano del metabolismo osseo e su quello immunitario, soprattutto tra le donne in menopausa e tra gli anziani.
Fonte
Panarese A et al. Chronic functional constipation is strongly linked to vitamin D deficiency. World J Gastroenterol. 2019;25(14):1729-1740. doi:10.3748/wjg.v25.i14.1729 (https://www.wjgnet.com/1007-9327/abstract/v25/i14/1729.htm)