Questo importante minerale aiuta il cuore a restare in salute, le ossa a restare forti, a contenere i livelli di zuccheri nel sangue. Eppure almeno la metà di noi non ne prende abbastanza.
Giorno: 30 Gennaio 2020
Rischio psicosociale: il burn-out come malattia professionale
Negli ultimi anni in Italia si è assistito ad una profonda rivoluzione culturale che, ha consentito di capire le principali linee di indirizzo europeo in tema della tutela del lavoratore. Il piano sanitario nazionale 2006-2008 ha riconosciuto alcune patologie derivanti da rischi psicosociali connessi all’organizzazione del lavoro. Tutto ciò viene ripreso dall’articolo 28, dove viene indicato che l’oggetto di valutazione dei rischi deve comprendere anche quelli collegati allo stress del lavoro. Ciò si inserisce nel contesto della vita di una persona come una delle problematiche lavorative mal gestite in cui prevalgono elementi di costrittività organizzativa o di disfunzioni nell’organizzazione del lavoro.
Tale indagini hanno l’obiettivo di delineare il rischio psicosociale presente in un determinato ambiente lavorativo. Non è facile individuare lo stress, né stabilire la validità degli strumenti e delle metodologie adottate a tal fine, ma è possibile stabilire delle strategie che procedano gradualmente fino ad analizzare l’individuo. Nel gruppo 7 delle malattie psichiche e psicosomatiche le patologie identificate come malattie professionali sono il disturbo dell’adattamento cronico e il disturbo post traumatico cronico da stress. l’ansia e la depressione rappresentano i principali disturbi psichici da stress lavoro correlato e danno luogo a quadri clinici molto variabili e di prevalente espressività somatica, come la gastrite, il colon irritabile, la cefalea e altre somatizzazioni.
Fonte: Non ho tempo per… Come logora curare: operatori sanitari sotto stress di Ferdinando Pellegrino
Metodi di avvelenamento: bloccanti (propranololo, atenololo, oxprenololo)
Un’overdose di tali farmaci nei bambini può avvenire accidentalmente, mentre negli adulti può essere volontaria o da sovradosaggio terapeutico. Con la loro azione di blocco sulle terminazioni nervose, questi farmaci esercitano un potente effetto inotropo e cronotropo negativo sul cuore. I sintomi principali sono ipotensione, convulsione e, nei casi più gravi, coma.
Diagnosi e trattamento
La diagnosi deriva dall’anamnesi in quanto i test di laboratorio non sono di grande aiuto in situazioni di emergenza. Lo stomaco può essere svuotato anche dopo molte ore dall’ingestione ed il trattamento è diretto a liberare l’organismo e a stimolare il sistema cardiovascolare. Se la pressione sanguigna non sale è possibile somministrare il prenalterolo in dose di 5-10 milligrammi in vena. Come ultima risorsa può essere necessaria l’applicazione di un pacemaker endovenoso.
Fonte: Vadecum di terapia degli avvelenamenti di Roy Goulding