“Un certo ritardo della crescita è un fenomeno molto comune nei primi anni dell’età evolutiva. Questo avviene perché la crescita è un processo complesso e multifattoriale in cui vanno considerate diverse componenti, a partire da quelle genetica e nutrizionale, che influiscono già nella fase intrauterina”. Sono queste le parole di Giovanni Corsello, professore ordinario di Pediatria all’Università degli Studi di Palermo, riguardo a una problematica – i disturbi o disordini della crescita – che in Italia è oggetto di una delle più frequenti richieste di valutazione pediatrica.
Nel nostro Paese circa il 3 per cento dei bambini manifesta disordini della crescita. Spiega il prof. Corsello: “Il rallentamento della crescita può altresì dipendere da fattori ormonali che agiscono in modo decisivo anche per indurre lo scatto di crescita nel periodo puberale. Ci sono soggetti con un semplice ritardo costituzionale della crescita legato al loro specifico assetto genetico individuale; questo ritardo viene poi recuperato nella fase puberale anche per l’azione dei fattori ormonali”.
Il ruolo del pediatra
Poiché fattori patologici o fisiologici possono incidere sui ritardi della crescita, diventa fondamentale il ruolo del pediatra, cui spetta riconoscere se tali fattori possano essere la causa del rallentamento. L’altezza dei genitori e l’età in cui hanno avuto la maturazione puberale sono tra i principali marcatori genetici che sono presi in considerazione, ma lo specialista deve valutare anche la presenza di anomalie congenite, malformazioni e problemi nello sviluppo neuro-psico-motorio, che pure possono associarsi a una scarsa crescita.
I fattori ambientali tra le cause del ritardo della crescita
Anche la nutrizione può incidere sul ritardo di crescita. Tra le cause patologiche, infatti, le più frequenti sono quelle ambientali, ovvero legate a fattori esterni come la nutrizione. Un ritardo di crescita può essere, per esempio, “una spia della celiachia, malattia molto comune che colpisce la mucosa intestinale e non consente di assorbire i nutrienti del cibo assunto. In questi casi, il bambino cresce male, è pallido, mostra carenze vitaminiche, segni che il pediatra può cogliere velocemente per favorire una diagnosi sicura, che oggi è semplice e in grado di garantire un recupero completo attraverso una dieta efficace priva di glutine”, dichiara il prof. Corsello.
Fonte: Pappa-Mi
I controlli di routine sui bambini
Per valutare la velocità di crescita, i bambini devono essere sottoposti a controlli regolari, prima ogni tre mesi e poi ogni sei o dodici mesi. Se la crescita è inferiore al terzo percentile, è fondamentale procedere con una valutazione dell’età ossea. In genere, si effettua una radiografia al palmo della mano e al polso sinistro, per correlare l’età anagrafica con la velocità di sviluppo dei nuclei di ossificazione. Va da sé che saranno necessarie indagini più approfondite se sussiste la co-presenza di una compromissione dell’età ossea e di una statura patologica.
Fonte: Pappa-Mi