L’angina pectoris esprime un’ischemia miocardica e la sua diagnosi si basa principalmente sulla valutazione dei disturbi riferiti dal paziente. L’angina può essere legata ad un esercizio fisico. Le cause possono essere numerose e diverse: può essere aterosclerosi cronica, ma è possibile anche uno spasmo coronarico in assenza di lesioni aterosclerotiche. Il principale quesito diagnostico risiede nella corretta interpretazione del dolore anginoso. In mancanza di opportuni strumenti diagnostici è possibile confermare il sospetto iniziale con la regressione del dolore anginoso, dopo la somministrazione sublinguale di nitroglicerina.
Sintomatologia e diagnosi
Il sintomo cardine è il dolore, che può assumere connotazioni variabili da caso a caso. La reazione istintiva del paziente è quella di rimanere immobile. Altri sintomi sono pallore e sudorazione cutanea, galoppo atriale, pulsazioni anomale, sdoppiamento paradosso del secondo tono e incremento dei valori pressori.
Per quanto riguarda la diagnosi strumentale l’esame principale da fare è l’elettrocardiogramma, da effettuare sotto sforzo. Andrebbero anche fatte le indagini radioisotopiche e la coronarografia.
Principi di terapia
La terapia prevede l’assunzione di nitroglocerina per via sublinguale alla comparsa del dolore anginoso. Nel caso di inefficacia si può utilizzare l’isosorbide dinitrato. Per il trattamento cronico ci si può avvalere di: nitroderivati, calcioantagonisti, beta-bloccanti, antiaggreganti piastrinici.
Fonte: Handbook della Guardia Medica a cura di Piercarlo Salari (Mediserve)