Il virus herpes simplex 1 spesso altera il viso, mettendo in una condizione di disagio chi purtroppo ne viene colpito. Si tende a nascondere la bocca, specialmente se ci si trova in luoghi pubblici. Non esiste una cura definitiva per eradicare il virus dall’organismo, quindi successivamente al contagio si sarà soggetti per tutta la vita a sviluppare l’herpes labiale più o meno frequentemente.
Educare you è stato tra i primissimi in Italia a dare notizia dei risultati di uno studio epidemiologico svolto a Taiwan dalla dott.ssa Ruth Itzhaki su una possibile correlazione tra la malattia di Alzheimer e il virus herpes simplex 1, proprio quello responsabile delle fastidiosissime bollicine sulle labbra.
La conferma viene adesso da uno studio condotto su animali da esperimento da parte di ricercatori italiani, che vede, come primo nome, quello della dr.ssa Giovanna De Chiara del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Roma.
In questo studio è stato utilizzato un modello di infezioni ricorrenti di virus herpes simplex 1 in topi che venivano sottoposti a cicli ripetuti di riattivazione virale. Nel corso dello studio è stata notata una diffusione del virus herpes simplex 1 anche in differenti aree cerebrali che ha determinato la comparsa nel cervello degli animali di alcune caratteristiche tipiche della malattia di Alzheimer, tra cui, soprattutto, la proteina-beta amiloide costantemente presente nel cervello di persone affette da malattia di Alzheimer. A detta degli Autori, nei topi infettati con virus herpes simplex 1 il progressivo accumulo delle tipiche alterazioni molecolari a carico di alcune aree cerebrale, tra cui la corteccia e l’ippocampo, è correlato con la comparsa e l’incremento di deficit cognitivi che divengono irreversibili dopo sette cicli di riattivazione del virus. Gli autori concludono che ripetute infezioni di herpes simplex 1 potrebbero essere considerate come un fattore di rischio per la malattia di Alzheimer.
Fonte
De Chiara G et al. Recurrent herpes simplex virus-1 infection induces hallmarks of neurodegeneration and cognitive deficits in mice. PLoS Pathog. 2019 Mar 14;15(3):e1007617. doi: 10.1371/journal.ppat.1007617. eCollection 2019 Mar.