Si sa che le varie forme di allergie e l’asma sono patologie in continuo aumento già da molti decenni per via di tante ragioni, tra le quali:
- i cambiamenti climatici.
- Le diverse storie familiari.
- Le nascite di bambini prematuri.
- Un insufficiente sviluppo polmonare nei primi mesi di vita.
- L’incidenza di alcune malattie respiratorie.
- Un insufficiente sviluppo delle difese immunitarie in bambini, non più esposti a difendersi da batteri insidiosi, per via delle migliori condizioni di igiene e profilassi.
- Un’esposizione al fumo passivo già dai primi anni di vita.
- Un aumento esponenziale di sovrappeso ed obesità.
Sicuramente vi sono poi altri fattori concomitanti che possono incidere in modo significativo come le condizioni di sviluppo della popolazione, i problemi sociali, i livelli di povertà, ed anche i luoghi geografici di crescita e di vita.
Nelle aree urbane, soprattutto quelle vicine ad insediamenti industriali che causano dispersione di polveri e sostanze inquinanti nell’atmosfera, si osservano notevoli incrementi dell’asma ma anche di altre forme allergiche, con conseguenze di assenze scolastiche dei bambini ed assenze sul lavoro dei loro genitori, ricoveri ospedalieri d’urgenza per emergenze respiratorie o per rischi anafilattici.
Nei centri urbani ad alta densità abitativa sono presenti muffe, acari della polvere, sospensioni nell’aria di polveri ed agenti inquinanti, oltre che gas di scarico automobilistico o da riscaldamento domestico. A questo si aggiungono talvolta condizioni ambientali igieniche precarie per la presenza di topi, scarafaggi, ed altri insetti richiamati dal ristagno dell’aria, e non ultimo il fumo di sigaretta, diffuso negli ambienti di lavoro e di svago.
L’ambiente inquinato, la scarsa diffusione di spazi verdi, la necessità di tenere neonati e bambini protetti da tanti pericoli, pur preservandoli da problemi sanitari, non consente un adeguato rafforzamento del sistema immunitario.
Un tipo di vita necessariamente più “protetto” va gradualmente a ridurre l’attività fisica, la quantità di luce e sole per la vitamina D, mentre si fanno avanti allergie alimentari, asma, reazioni cutanee come l’eczema.
Nelle zone rurali si dimezzano i dati su malattie come asma ed altre forme allergiche come quelle alimentari o dermatologiche, per via che la nascita e la crescita dei bambini avviene in condizioni ambientali più naturali, dove è maggiore la vicinanza al verde della natura, agli animali e alle condizione igieniche che li accompagnano, fattori che contribuiscono al rafforzamento del sistema immunitario.
La vicinanza, durante la crescita, alle piante, ai prodotti della natura, al grano, alla luce solare e all’aria sicuramente sono fattori che andranno a ridurre l’incidenza di malattie respiratori, asma ed altre allergie.
Tuttavia, i diversi dati sull’incidenza delle malattie allergiche tra ambienti cittadini ed ambienti rurali non sono sufficienti a fornire risposte definitive.
Sone le condizioni ambientali ad agire gradualmente sulle diverse risposte allergiche tra chi vive nei rispettivi ambienti, per cui chi è nato e cresciuto in condizioni ambientali di tipo cittadino potrebbe non risolvere “ipso facto” la propria patologia vivendo in un ambiente naturale come una fattoria.
Le differenze tra le due condizioni di crescita e vita non possono quindi spostare in modo definitivo la valutazione di qualità di vita e tutela della salute a favore dell’una o dell’altra.
Anche in un ambiente rurale, nel corso del tempo, possono presentarsi fattori di rischiose la salute, magari diversi da quelli che si verificano in ambiente cittadino, come ad esempio:
- maggiore esposizione ai pollini sia di fiori che di piante di molte varietà.
- spore e muffe dannose.
- polveri provenienti dalle diverse raccolte.
- particelle inquinanti provenienti da sostanze bruciate carbone.
- sostanze inquinanti mosse dal vento.
- dislocamento delle strutture sanitarie con distanze da percorrere.
In caso di urgenze, va detto che con l’avanzare della tecnologia sarà gradualmente possibile mettere in comunicazione connessione i centi rurali con ospedali territoriali e centri specializzati servendosi della telemedicina per la trasmissione dei dati sui pazienti allergici, risolvendo almeno l’esame obiettivo e la raccolta dei dati amnistii a distanza, affidando alle cure primarie locali esami come spirometria e test cutanei, i cui dati potranno essere poi trasmessi a distanza.
Altre misure, a prescindere se si vive in una zona industriale, in città o in una campagna, riguardano una serie di interventi finalizzati a ridurre l’impatto sulle allergie, come ad esempio:
- ridurre gli allergeni negli ambienti di casa debellando gli acari con prodotti disinfestanti.
- Utilizzare materassi e guanciali a prova di acari della polvere.
- Preferire pavimenti in legno o in marmo, evitando le controindicate moquette.
- Stabilire regole igieniche di mantenimento per gli animali domestici.
- Tenere la camera da letto fuori dalla portata di cani e gatti.
- Migliorare la qualità dell’aria con depuratori adatti.
- Evitare l’uso di prodotti chimici per le pulizie di pavimenti, bagni e mobilio.
- Evitare l’uso di deodoranti per l’ambiente o profumi personali.
- Bonificare i muri dove sono presenti perdite d’acqua, dove l’umidità favorisce l’attecchimento di muffe e parassiti.
- Mantenere costante la temperatura interna di casa evitando sbalzi caldo/freddo dannosi per patologie come l’asma.
In breve, sia la vita cittadina che quella rurale presentano rispettivamente molti vantaggi innegabili, ma entrambe comportano una serie di rischi per la salute, per cui meglio non categorizzare ma individuare quelle soluzioni pratiche che volta per volta rappresentano la migliore tutela per mantenersi in buona salute prevenendo disturbi e malattie.