Una nuova parola si aggira negli articoli e nei discorsi: gaslighting.
Cosa significa gaslighting e cosa si intende quando parliamo di gaslighting?
Il gaslighting non è una malattia mentale ma piuttosto una forma di manipolazione psicologica.
La parola risale ad un dramma teatrale del 1938 “Gas Light”, da cui fu poi tratto un film, intitolato “Angoscia”, in cui il protagonista fa credere alla moglie che tutto ciò che percepisce, ad esempio l’aumento o la diminuzione della intensità
dell’illuminazione a gas, è falso, operando così nei suoi confronti un vero e proprio abuso psicologico che porta la donna in una dimensione di totale insicurezza e follia.
Una delle caratteristiche uniche della fibromialgia sono le zone specifiche del corpo che, se pressate, fanno male. Le persone sane avvertirebbero solo la pressione esercitata sui propri muscoli. Il sintomo del dolore è generalmente accusato da tutti i pazienti.
Poiché tradizionalmente nessun test di laboratorio o radiografia possono confermare una diagnosi di fibromialgia, si potrebbe pensare che il dolore non sia reale ma piuttosto “presente nella loro testa”. Oggi il mondo medico riconosce la realtà del dolore da fibromialgia.
La ricerca avanza l’ipotesi che il dolore possa essere causato da un problema del corpo nella percezione del dolore.
Quindi quando parliamo di gaslighting ci riferiamo ad una forma sottile, ma non per questo meno terribile, di abuso psicologico ed emotivo che si realizza quando qualcuno a cui viene riconosciuta autorità affettiva (un genitore, un amico, un partner) o reale (un professore, un capo ecc.) mette in discussione sistematicamente le convinzioni, le percezioni ed i ricordi di un altro da lui emotivamente dipendente.
Perché a volte le persone utilizzano modalità di gaslighting?
Non sempre questi comportamenti manipolatori sono consapevoli, a volte vengono utilizzati per deviare l’attenzione su tematiche che non coinvolgono negativamente il soggetto, suggerendo la colpa o la responsabilità di un’altra persona.
Il gasighting quindi comprende una serie di comportamenti che hanno come loro obiettivo quello di mantenere il potere sull’altro, negando la realtà, accusandolo di ricordare male, di non aver capito, di aver avuto una percezione errata ecc.; in ultima analisi di un eccesso di sensibilità, di confusione o di follia.
La persona può allora iniziare a dubitare delle proprie percezioni, dei propri ricordi, dei propri sentimenti… un po’ alla volta viene minate la percezione di sé e della propria stabilità. Subentrano allora dubbi, sensi di colpa, bisogno di riparare o di sottrarsi a situazioni ansiogene.
Il gaslighting può avvenire sempre nelle relazioni in cui non c’è un equilibrio di potere tra i partners. In questo senso anche nel rapporto medico paziente quando il medico non ascolta quello che il paziente ha da dirgli e, per incompetenza o per un atteggiamento difensivo, non gli dà il credito che si dovrebbe dare a chi, in quanto malato, ha sicuramente una specifica competenza.
Cosa si può fare? Interrogarsi se da parte di chi mette in atto comportamenti di gaslighting c’è volontarietà e malafede.
Questo fa la differenza: in un caso sono da stabilire chiari confini e si deve, anche esplicitandolo, cercare una maggiore chiarezza di comunicazione; nell’altro forse è necessario stabilire una giusta distanza.