Durante un allenamento sportivo è consigliabile mettere la mascherina per proteggersi dal COVID-19?
L’attività fisica in allenamento comporta un incremento della funzione respiratoria, per cui non è consigliabile indossare la mascherina che invece potrebbe ridurre la capacità respiratoria, ed anche inumidirsi troppo per via del sudore perdendo la sua funzione, oltre che a diventare facile bersaglio da parte di microrganismi.
Giorno: 10 Novembre 2020
L’Influenza di moralità e religione sulla sessualità femminile
Nella gran parte dei paesi del mondo, salvo poche eccezioni, le credenze popolari prima e le religioni dopo, nel corso dei secoli hanno posto la sessualità femminile in una bolla fatta di mistero, mito, desiderio e pericolo, secondo uno schema che vedeva la femmina come donatrice di vita ma anche come fonte di peccato e di perdizione.
Probabilmente, a partire dagli albori, le lotte di sopraffazione tra i maschi per la conquista della femmina, il mistero della nascita, i riti propiziatori della fertilità hanno finito per isolare e mitizzare la femmina collocandola in un mondo a parte, e rendendo la sua sessualità sacra in quanto foriera di vita ma anche oscura e pericolosa in quanto origine di piacere incontrollato e di smarrimento dello spirito, qualcosa da tenere a bada e soprattutto da sottomettere.
Nel cammino delle civiltà i riti si sono trasformati in religioni organizzate, fatte di caste sacerdotali e di organizzazioni piramidali di potere sui popoli.
Anche le religioni, sulla scia delle antiche credenze tribali, hanno posto un velo sulla sessualità femminile, esercitando un serrato controllo all’interno delle comunità.
Le grandi religioni monoteistiche hanno poi legiferato elaborando regole comportamentali, divieti, prescrizioni, e perfino teorie dottrinali, ponendo una netta separazione tra i sessi e di fatto sottomettendo la sessualità femminile.
Non sono stati prodotti molti studi sul rapporto tra sessualità e religione, ma nel tempo alcuni principi appaiono come accertati.
Si sa che le persone religiose vengono scoraggiate rispetto ad un approccio precoce rispetto all’inizio di una vita sessuale.
Va considerato il modo in cui ciascun individuo assimila la dottrina religiosa nella propria vita e quanto quest’ultima possa influenzare il comportamento sessuale in base a quanto prescritto dal credo.
Alcune pratiche sessuali, come ad esempio la masturbazione o anche il sesso non finalizzato alla riproduzione, sono condannate da molte religioni. In tutto questo scenario sia l’eterosessualità che l’omosessualità appaiono come notevolmente condizionate.
Purtroppo il forte condizionamento religioso, laddove uomini e donne reprimono o modificano i propri impulsi sessuali in forza della propria educazione religiosa, può causare conflitti psicologici e comportamenti sessuali inadatti ad un giusto equilibrio psicofisico.
Ne derivano esperienze negative, sensi di colpa, disturbi della sfera emozionale, problemi psichici, e vere e proprie condizioni patologiche, che spesso portano le coppie a far naufragare le proprie relazioni e, paradossalmente, aumentando divorzi e condizioni di vite sessuali promiscue.
Le donne, non liberando il proprio desiderio per i continui pensieri di colpa o di vergogna, non danno seguito ai propri stimoli, ma anzi li frenano fino a non avvertire più alcun eccitazion, e restando insensibili nel rapporto sessuale fino alla completa anorgasmia.
L’anorgasmia può poi diventare una strada aperta per diverse disfunzioni della sfera ginecologica, come la dispareunia, disturbi della sfera emotiva come ansia, depressione, e infine nella sfera delle relazioni di coppia essere causa di conflitti e problematiche familiari.
Problemi ginecologici collegati alla frigidità
Sia gli specialisti ginecologi che psichiatri e psicologi sostengono che una percentuale molto ampia tra le donne non solo prova poco o alcun piacere dall’atto sessuale, ma talvolta ne ricava dolore fisico e in alcuni casi anche repulsione, tutti sintomi che portano ad una condizione di anorgasmia.
Prima di indagare sulle eventuali cause psicologiche ed emotive di questa condizione è importante prendere in considerazioni le possibili cause cliniche che potrebbero esserne alla base.
Sono molti i fattori clinici possibili: le malattie cardiovascolari, un’insufficienza renale, il cancro, alcune malattie nervose come la sclerosi multipla, disturbi o malattie della vescica che possono portare come conseguenza una disfunzione sessuale.
Vi sono anche altri fattori oltre quelli prettamente fisici, come gli effetti causati da alcuni farmaci, come gli antidepressivi, farmaci antipertensivi, oppure farmaci chemioterapici possono indire il desiderio sessuale e di conseguenza ridurre o annullare la capacità di provare un orgasmo.
Possono poi esservi delle cause di tipo ormonale, quando si verificano livelli meno consistenti di estrogeni in occasione dell’età menopausa, dove compaiono dei cambiamenti a livello dei tessuti dell’appartao genitale e della sensibilità alle sollecitazioni sessuali.
Conseguenza delle diminuita quantità di estrogeni è anche una riduzione della circolazione sanguigna a livello della zona pelvica, che può rispondere con una ridotta sensibilità genitale e di conseguenza a una minore eccitazione, non sufficiente quindi al raggiungimento dell’orgasmo.
Una graduale inattività sessuale unita ad una struttura vaginale meno elastica può poi rafforzare il disturbo di Anorgasmia.
Anche dopo il parto oppure in corso di allattamento può verificarsi una diminuzione dei livelli ormonali e di conseguenza una diminuita sensibilità sessuale finalizzata all’eccitazione e all’orgasmo.
Cos’è l’identità sessuale?
L’identità sessuale è un costrutto che indica il modo in cui una persona vive il piacere, il sentimento, il rapporto con gli altri e come agisce la propria sessualità attraverso scelte comportamentali, ed è direttamente influenzata dall’esperienza che la persona fa in quanto appartenente a un genere.
Sono quattro le componenti dell’identità sessuale: sesso biologico, identità di genere, ruolo di genere e orientamento sessuale (Fig.1).
Il processo di differenziazione sessuale inizia precocemente: già alla fecondazione dell’utero avviene la determinazione genetica del sesso del nascituro.
Gli esseri umani hanno 22 paia di autosomi e un paio di cromosomi sessuali (X e Y) che definiscono il sesso biologico: le femmine hanno due cromosomi X, mentre i maschi hanno entrambi i cromosomi X e Y.
L’identità di genere invece, si riferisce a come la persona percepisce il proprio genere e sente di essere maschio/uomo, femmina/donna, o una combinazione di queste due definizioni.
Nella maggior parte dei casi l’identità di genere si sviluppa in accordo con il sesso biologico.
Tuttavia, possono capitare condizioni in cui il processo di differenziazione sessuale procede in modo anomalo, con risultante sviluppo atipico dell’identità di genere. Coloro che sono nati con disturbi dello sviluppo sessuale presentano uno sviluppo atipico del sesso cromosomico, gonadico e anatomico.
Ad esempio, i genitali esterni potrebbero non corrispondere con le gonadi e/o i cromosomi sessuali, per cui l’identità di genere del bambino potrebbe uniformarsi ai cromosomi e alle gonadi, ma non ai genitali.
Alcuni però, possono percepire un’incongruenza tra il genere esperito ed il sesso biologicamente assegnato, anche in assenza di anomalie congenite, con uno sviluppo tipico di cromosomi, gonadi e genitali. Essi si identificano con il genere opposto, mostrano comportamenti e atteggiamenti non conformi al proprio genere, e potrebbero trovare sgradevoli i propri attributi fisici sessuali.
Non sempre chi ha esperienze di varianza di genere si identifica nel sesso opposto a quello assegnato: ci sono persone che hanno identità di genere non binarie, per cui non si riconoscono in nessuno dei due generi proposti, e si trovano in una condizione non definita. È il caso anche degli individui gender fluid, la cui identità di genere è variabile e si modifica, e si possono sentire a volte maschi, e a volte femmine.
Se l’identità di genere è l’esperienza privata della persona in relazione al genere di identificazione, il ruolo di genere è l’espressione comportamentale pubblica di questa percezione interiore.
Money ha definito il ruolo di genere come “insieme di tutte quelle cose che una persona dice o fa per rivelare (il proprio) status di ragazzo o ragazza, uomo o donna, rispettivamente. In ciò è inclusa, ma non solamente, la sessualità nel senso di erotismo”.
Anche Stoller distinse tra identità di genere, intesa come consapevolezza di appartenenza a un determinato genere, e ruolo di genere, definito come il comportamento manifesto messo in atto nella relazione con l’altro.
In generale, il ruolo di genere corrisponde agli atteggiamenti e ai comportamenti che sono attribuiti al genere di appartenenza, ed è influenzato dagli stereotipi sociali condivisi. Infine, l’orientamento sessuale indica l’attrazione emozionale, romantica e/o sessuale di una persona verso individui di sesso opposto, dello stesso sesso, o entrambi.
Nel caso dell’omosessualità l’attrazione è rivolta verso individui dello stesso sesso di appartenenza, nell’eterosessualità verso individui del sesso opposto, nella bisessualità verso individui di entrambi i sessi.
La pansessualità è un orientamento sessuale caratterizzato dall’attrazione estetica, sessuale o romantica per delle persone indipendentemente dal loro sesso o identità di genere.
Esiste anche la polisessualità, che al contrario si riferisce a coloro che sono attratti da più di un sesso ma non vogliono identificarsi come bisessuali, poiché ciò implicherebbe l’esistenza di soli due generi sessuali.