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COME RICONOSCERLO

Il rigurgito è la risalita involontaria di contenuto gastrico in faringe, all’interno o fuori dalla bocca, di solito senza sforzo e non proiettivo. Un aspetto da differenziare subito dal rigurgito è il reflusso gastroesofageo (RGE), peraltro fisiologicamente frequente e spesso associato a rigurgito orale. Il rigurgito è quanto mai frequente: si stima che interessi con frequenza quotidiana oltre il 50% dei lattanti d’età compresa tra i 3 e i 4 mesi e che nel 20% dei casi si verifichino almeno quattro episodi giornalieri.

A differenza della malattia da reflusso gastroesofageo, il rigurgito non comporta complicazioni, ma evoca notevole ansia nei genitori ed è responsabile di numerose visite pediatriche: circa un genitore su cinque, infatti, chiede aiuto in caso di rigurgiti frequenti. Per questa ragione, malgrado una prognosi favorevole, non è affatto raro che i lattanti con rigurgito vengano sottoposti a interventi importanti, come per esempio modificazioni dietetiche (cambio del tipo di latte formulato) e perfino trattamenti farmacologici di dubbia utilità. Un ulteriore concetto da precisare è la ruminazione, definita come rigurgito volontario, abituale e senza sforzo di cibo recentemente ingerito.

Il rigurgito non complicato in un lattante altrimenti sano è considerato come una tappa di sviluppo e non una malattia. Più della metà dei lattanti sani presenta infatti ogni giorno episodi di rigurgito e soltanto una piccola percentuale risulta ancora presente a 10-12 mesi.

ASPETTI DA VALUTARE E RIPORTARE

  • numero giornaliero di episodi;
  • distanza dalla poppata;
  • carattere del materiale emesso (è acido oppure no?);
  • accrescimento del lattante;
  • eventuali “reazioni” del lattante dopo l’episodio (es. pianto, cambiamento di posizione).

Elementi sospetti sono:

  • il rigurgito diventa persistentemente a getto (vomito);
  • il vomito è biliare (verde o giallo-verde) o con sangue;
  • compaiono segni/sintomi nuovi quali agitazione o irritabilità importante, difficoltà di alimentazione o arresto della crescita;
  • i rigurgiti persistono oltre l’anno di vita.

CAUSE E MECCANISMI

Il rigurgito può essere favorito da numerosi fattori predisponenti (posizione prevalentemente supina del lattante, tono ridotto del cardias, la valvola interposta tra esofago e stomaco), ma non  ha alcun significato patologico. Anzi, nei casi di lattanti molto voraci, è perfino considerato un sistema protettivo nei confronti dell’ingestione di un volume eccessivo di latte. Rigurgito e reflusso vanno inoltre differenziati dal vomito, inteso come risposta motoria coordinata autonomica e volontaria con espulsione forzata del contenuto gastrico dalla bocca, e dalla malattia da reflusso gastroesofageo, che rappresenta l’espressione patologica di un reflusso con manifestazione di sintomi o complicazioni. 

CURA E PREVENZIONE

Il rigurgito eccessivo, di solito caratterizzato da oltre quattro episodi al giorno, è spesso motivo di preoccupazione per i genitori ma non dovrebbe essere confuso con la malattia da reflusso gastroesofageo, trattandosi di un sintomo né sensibile né specifico, ma il più delle volte fisiologico e a risoluzione spontanea nel primo anno di vita. È tuttavia opportuno ricordare che talvolta i rigurgiti frequenti possono essere espressione di altre condizioni che devono essere opportunamente escluse, quali allergia alimentare, infezioni, malattie respiratorie o neurologiche. Il rigurgito fisiologicamente si riduce con il tempo (si risolve nel 90% dei lattanti prima di 1 anno di età) e solitamente non ha bisogno di ulteriori indagini o trattamenti. In alcuni casi,  il pediatra può suggerire l’impiego di un latte “AR” (anti rigurgito), una formula opportunamente ispessita per contrastarne appunto la risalita dopo la poppata.

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