È importante ricordare che il relax e la cura di sé non sono solo lussi: sono essenziali per evitare conseguenze negative, come disturbi, malesseri o lo scivolamento in una condizione particolare qual è quella che è stata definita di burn-out.
Il burn–out non è una malattia, ma una sindrome caratterizzata da: stanchezza, perdita di interesse, atteggiamento cinico, diminuzione delle prestazioni. Esso deriva dal prolungamento e dalla cronicizzazione di uno stato di stress eccessivo. I suoi effetti si manifestano a livello cognitivo-emotivo, comportamentale e fisico.
Lavori particolarmente stressanti o eccessivamente ripetitivi, condizioni di forte competizione o assenza di prospettive, alte aspettative o carenza di motivazione sono tutte condizioni nelle quali si può sviluppare il burn-out.
Riuscire a ritagliarsi uno spazio libero, cioè a differenziare lo spazio ed il tempo del lavoro da quello dedicato alla propria vita personale ed allo svago è una cosa importante, proprio per allentare la pressione e lo stress.
Questa cosa però non è molto facile perché siamo in un’epoca nella quale, grazie ai progressi tecnologici, le barriere ed i limiti di tempo e di spazio sembrano essere infranti.
Si è sempre connessi, molte persone lavorano da casa, il che le rende in qualche modo sempre reperibili e sempre immerse nelle necessità ed urgenze lavorative, senza soluzione di continuità. A ciò si è aggiunta la pandemia. La necessaria accelerazione che è stata data ad un’organizzazione lavorativa “a distanza” ha ulteriormente amplificato e assolutizzato questo fenomeno.
Le vacanze estive diventano allora una imperdibile opportunità per cercare di riequilibrare una situazione che si viene a delineare sempre più come stressogena.
Cosa suggerire o consigliare per riuscire a “staccare la spina”?
- In primo luogo prendere coscienza che lo spazio ed il tempo “vacanti” (da qui la parola vacanze) sono degli obiettivi da pianificare, conquistare e proteggere.
- Pianificazione vuol dire ad esempio: dare la precedenza e portare a termine quegli impegni di lavoro che più facilmente potrebbero interferire negativamente con l’atteso periodo di vacanze; rimandare il resto del lavoro alla ripresa dopo la pausa; imparare a dire di no ad impegni o eventi nel periodo già pianificato per le vacanze.
- Avere un elenco di priorità può aiutare a spiegare perché è necessario stabilire quei limiti. Inoltre, scrivere una lista di cose da fare per quando si torna può essere un sottile segnale di demarcazione per il cervello: una cosa sta finendo e un’altra sta iniziando.
- E infine, è importante non sottovalutare il potere dell’e-mail. Sarebbe buona abitudine, quando non si è operativi al lavoro, impostare una chiara risposta da cui si evinca che si è fuori sede, in modo che le persone sappiano che ci si sta prendendo una pausa. Si possono stabilire i dettagli di contatto in caso di emergenza, ma è importante che da parte degli altri non ci sia l’aspettativa di una risposta alle e-mail di tutti i giorni.