L’ansia ha mille volti e le modalità con cui si manifesta possono mutare nel tempo, con pervasività e gravità diversa.
La diagnosi si basa essenzialmente su due concetti base: la centralità specifica del disturbo e la sua significatività clinica.
Il clinico cioè deve chiedersi: Cosa induce il paziente a chiedere aiuto al medico? Quali sono i sintomi centrali (nucleo psicopatologico) che causano sofferenza? Qual è la caratteristica principale di questi sintomi ed in quale categoria di disturbi possono essere riconosciuti? I sintomi hanno un significato clinico? Causano cioè “una menomazione o un disagio clinicamente significativi?
L’ansia si può manifestare
- In forma acuta, come l’attacco di panico
- O subdola, sgradevole ed ingravescente, come l’ansia generalizzata
La sintomatologia può compare all’improvviso, in pieno benessere psicofisico, a ciel sereno, senza apparente nesso con eventi traumatici (attacco di panico) oppure insorgere nell’immediatezza – entro un mese – di un trauma (disturbo acuto da stress) o in un secondo momento (disturbo post-traumatico da stress),
L’ansia può inoltre presentarsi nella pratica clinica sotto forma di sintomi fisici (somatizzazione). Fenomeni vegetativi, disturbi del sonno, astenia, alterazioni dell’appetito e della sessualità, disturbi gastrointestinali (ad esempio crampi/dolori addominali), pesantezza agli arti, alla schiena o alla testa, mal di schiena, dolori muscolari, dolori al petto sono esempi di sintomi somatici ricorrenti durante il decorso di un episodio ansioso.
Molti sintomi quali l’astenia, il tremore, le palpitazioni, la facile affaticabilità, l’irrequietezza, l’insonnia, la difficoltà a concentrarsi, la sensazione di sbandamento o di instabilità nell’equilibrio, le crisi cefalalgiche o altre manifestazioni dolorose, sono aspecifici e possono nascondere patologie organiche – disfunzioni tiroidee, neoplasie, miopatie, insufficienza renale. Occorre quindi saperli diagnosticare con puntualità e tempestività con l’esecuzione di specifiche indagini di laboratorio o strumentali, con la richiesta di consulenze specialistiche sulla base di idonee ipotesi diagnostiche, dopo un’attenta valutazione dell’anamnesi del paziente, del suo stile di vita e del contesto in cui il disturbo si manifesta.
Non sempre è possibile delineare un nesso causale tra gli eventi della vita ed il quadro clinico; in alcune situazioni l’ansia insorge dopo un evento traumatico o in concomitanza con un periodo di particolare stress, altre volte non vi sono apparenti motivi che possano giustificare l’insorgenza dell’ansia.
La patogenesi infatti è multifattoriale. Non è facile stabilire la reattività o meno di un disturbo d’ansia, anche quelli che possono sembrare disturbi chiaramente correlati ad eventi della vita possono non esserlo ad un esame più attento; al contrario eventi apparentemente insignificanti per la maggior parte delle persone possono avere in alcune circostanze un chiaro significato patogenetico
E’ importante in ogni caso considerare il rapporto dei Disturbi d’Ansia con la personalità del soggetto.
L’ansia è ubiquitaria, la ritroviamo in molte patologie mediche e psichiatriche ed è presente nella vita quotidiana.
Esiste un’ampia area di sovrapposizione sintomatologica fra i disturbi d’ansia e la depressione.
Paura, timore, preoccupazione e angoscia, vissuti pregnanti della dimensione ansiosa, possono coesistere – con diverse tonalità e modulazioni cliniche – con la tristezza, con l’umore depresso e con vissuti di colpa- caratterizzanti la dimensione depressiva. E’ fondamentale comprendere le ragioni del disagio, il contesto e le modalità con cui si manifesta e quali interventi possono modificare il disagio, ricordandosi sempre che dietro il sintomo c’è la persona con il suo modo di essere e di affrontare la vita.
ANEDDOTO
La paura del pericolo è diecimila volte più agghiacciante del pericolo stesso: il peso dell’ansia ci pare più greve del male temuto. (Daniel Defoe)