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Quali sport favoriscono l’attività mentale e qual è la quantità di attività fisica ottimale? 

A queste domande hanno cercato di dare una risposta un gruppo di ricercatori dell’Università di Basilea in Svizzera e dell’Università di Tsukuba in Giappone in uno studio pubblicato sulla rivista Nature Human Behaviour.

Uno sport che comprenda allenamenti basati sullo sviluppo di forza e resistenza sembra essere più efficace sul piano degli effetti sulle prestazioni cognitive. Effetti ancora più positivi derivano da quelle attività sportive che richiedono schemi di coordinamento complessi e l’interazione con altri giocatori. 

Comunque i miglioramento cognitivo non sembra correlato con la maggiore intensità dell’allenamento, quanto piuttosto con la maggiore durata dello stesso. 

I benefici riguardano tutte le fasce di età, potenzialmente soprattutto l’infanzia, quindi la fase di maggior sviluppo cognitivo, e la vecchiaia, che è la fase di degrado. In base ai risultati della ricerca però non è stato possibile definire un indicatore di efficacia delle differenti attività sportive secondo le diverse fasce di età. Si è visto invece che età diverse possono essere accomunate nella stessa attività sportiva, come per esperienze già in corso che vedono nonni e nipoti fare attività fisica insieme o uomini e ragazzi impegnati in attività sportive più intense.

Già sappiamo che il volume di attività sportiva è più importante per l’idoneità fisica degli uomini che per quella delle donne. Questo vale anche per l’idoneità mentale. Soprattutto in riferimento all’intensità del movimento. Mentre uomini e ragazzi godono di un significativo miglioramento, e per un periodo più lungo, delle prestazioni cognitive in seguito ad un duro allenamento e ad un aumento, anche se graduale, dell’intensità, per le donne il miglioramento delle capacità cognitive appare collegata con attività sportive di intensità da bassa a media.   

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