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Maggiorana

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Origanum Majorana: questo è il nome botanico della maggiorana, una pianta aromatica di largo uso nella cucina mediterranea, soprattutto francese ma anche italiana, spesso ‘ingannevolmente’ scambiata per l’origano (e il nome scientifica spiega bene questo rischio). Le due spezie seppure simili e affini per diversi aspetti, hanno in realtà delle peculiari differenze. Scopriamole insieme. 

Origini e aseptto. La maggiora è originaria dell’Africa nord orientale e dell’Asia orientale, indigena di Cipro, Egitto, Arabia e Turchia meridionale: territori in cui cresce spontaneamente. In Europa, Italia compresa, è ugualmente diffusa, ma deve essere coltivata per trovare adeguate condizionai di sviluppo. La maggiorana appartiene alla famiglia delle Labiate, la stessa dell’origano (naturalmente), ma anche di timo, cumino, anice e finocchio. E con l’origano, la maggiorana condivide anche il genere di appartenenza – Origanum -, che le rendono simili nell’aspetto, nel sapore e nell’odore, ma con qualche differenza a partire dal gusto, più delicato nel caso della maggiorana. Come potete riconoscere la pianta? È un arbusto, a coltivazione perenne, con un fusto eretto, di colore rossastro che può raggiungere 60-80 cm di altezza; ha foglie piccole, di massimo 3 cm., di forma ovale ricoperte da una leggera peluria che emanano un forte profumo aromatico, e sono caduche, vengono cioè perse in inverno per rivegetare riccamente al temine della stagione fredda. I fiori piccolissimi, raccolti in spighe nei rametti terminali, con una corolla tra il bianco e il rosa all’inizio della fioritura fino a raggiungere tonalità giallastre una volta a maturazione. Il periodo di fioritura va da giugno a settembre e l’impollinazione avviene tramite insetti piccolissimi; dopo la fecondazione del fiore il seme che si ottiene è di piccole dimensioni e marroncino.

Etimologia ‘leggendaria’. L’origine del nome botanico della maggiorana è discusso: si ritiene che possa derivare dal latino “amaracum”, a sua volta di derivazione greca da “amarakos”. Forse per l’assonanza al termine “amor” (amore), nella letteratura romana le sono state attribuite potenzialità afrodisiaca. Tuttavia si pensa che ci possa essere stata anche una influenza con la parola latina “maior”, che significa maggiore, superiore. Mentre altri, per il fatto che la maggiorana è conosciuta anche con l’appellativo di Amaracus majorana o Origanum amaracus, attribuiscono la nascita del nome alla mitologia greca: si racconta infatti che presso la dimora di Ciniro, re di Cipro, viveva Amaraco, un giovane ufficiale incaricato di custodire i profumi del palazzo. Un giorno un vaso che conteneva una fragranza particolarmente pregiata si ruppe e Amaraco affranto da un profondo dispiacere, si lasciò morire. Gli dei, mossi a compassione, lo trasformarono in una pianta di maggiorana.

Curiosità. Ma la mitologia non è la sola ‘storia’ cui si lega la maggiorana, infatti vi sarebbero testimonianze secondo cui:

  • Per greci e romani era un simbolo di felicità, ma non solo. Si credeva, infatti, avesse il potere di respingere streghe, maghi, folletti, fantasmi, perfino il diavolo se un rametto veniva gettato oltre la soglia di casa o appeso sull’ingresso.
  • I medici dell’antica Grecia la consideravano un antidoto contro i morsi dei serpenti e i reumatismi.
  • Shakespeare nella sua commedia “Tutto è bene quel che finisce bene”, ne menziona le virtù quale spezia da condimento.
  • Si stima che la maggiorana sia stata introdotta in Europa dai crociati e solo con il Medioevo si registrerebbero le prime coltivazioni negli orti.
  • Nel linguaggio dei fiori è l’erba dell’amore. Si pensa che questo significato derivi dal fatto che nella leggenda romana e greca, si ha testimonianza dell’adulazione di Venere (Afrodite in greco), dea dell’amore, per questa spezia con la quale intendeva ricordare ai mortali la sua bellezza. Ecco perché, si dice, che gli sposi durante la cerimonia di nozze indossassero una corona di maggiorana. Inoltre si riteneva che sistemando un rametto di maggiorana sotto il cuscino di una donna, Afrodite potesse rivelarle in sogno l’identità del futuro coniuge.
  • In epoca passata, prima che si diffondesse l’utilizzo del luppolo, era impiegata come ingrediente principale nella preparazione della birra.
  • Durante le due guerre mondiali, in tempi di estrema miseria, la maggiorana veniva talvolta usata come sostituto del tabacco. 

In cucina. Per il suo aroma intenso e al tempo stesso delicato, la maggiorana trova un largo uso in ricette di tradizione mediterranea, soprattutto francesi dove è la spezia base del mix di erbe provenzali ad esempio, ma anche italiana, esaltando il sapore degli ingredienti principali. La varietà comunemente utilizzata è anche detta “maggiorana dolce” o “maggiorana dei giardini“: spezia versatile si adatta a diverse pietanze come:

  • piatti saporiti di carne o pesce, primi piatti, legumi, pizza o alimenti dal gusto deciso quali funghi, noci e formaggi
  • prodotti e piatti della stagione (più) estiva come fagioli borlotti freschi, verdure grigliate, ma anche insalate crude
  • frittata o altre pietanze a base di uovo

Inoltre, il suo impiego:

  • può sostituire l’origano sui pomodori freschi o la pizza Marinara, o ancora sulle patate al forno o all’interno dei ripieni di torte rustiche e specialità salate
  • può essere la base di un pesto di maggiorana.

La maggiorana si può utilizzare sia fresca che essiccata, ma è consigliabile aggiungerla solo a fine cottura, per evitare che il calore ne diminuisca le proprietà organolettiche e le ‘qualità’ aromatiche. Inoltre, integrata nella dieta, può contribuire a ridurre il consumo di sale, senza privare i cibi di sapore ed essendo una spezia poco calorica, con solo 272 calorie ogni 100 grammi, è adatta anche all’impiego in diete dimagranti.

Gli altri usi della maggiorana. Sono forse meno noti gli utilizzi non culinari che si possono fare di questa spezia. Ad esempio, la maggiorana può essere usata:

  • per profumare la biancheria, posta all’interno di sacchettini di tessuto, al pari della lavanda
  • per lucidare i mobili, strofinando le sue foglie e fiori sul legno
  • per preparare infusi con le parti aeree della pianta
  • in cosmetica e erboristeria, fiori e foglie possono essere utilizzati per la formulazione dell’olio essenziale ricco di tannini, flavonoidi e terpeni e di molti altri componenti quali sabinene, terpinene, alfa-terpinene, gamma-terpinene, terpinolene, terpineolo e acetato di linalile, o della tintura madre, entrambi da impiegare sia per uso interno che esterno.

Coltivazione. La maggiorana può avere un posto privilegiato sul balcone nell’angolo delle erbe o nell’orto, per la sua bontà, le sue qualità e la facilità di coltivazione sia in vaso che a terra. Infatti non richiede particolare cura né eccessive quantità di acqua. Ecco le avvertenze per una ‘buona’ coltivazione:

  • Ama temperature miti, teme le gelate invernali e predilige posizioni ben soleggiate. In inverno, in territorio con clima rigido, va protetta con pacciamature o coperture che possano limitare le gelate. In questi casi è consigliata anche una potatura decisa prima del freddo (quindi in autunno). Se in vaso, va spostata in un luogo riparato. La maggiorana in genere ha bisogno di calore: la germinazione avviene intorno ai 12-15°C, ma il momento di maggior produttività si ha quando le temperature raggiungono 20-25°C.
  • La maggiorana non ha esigenze particolari di terriccio, sono tuttavia preferibili terreni calcarei e molto esposti alla luce del sole e ben drenanti affinché non ristagni l’acqua. Può essere utile una leggera concimazione organica con compost o stallatico. 

Semina. La maggiorana deve essere seminata a inizio primavera tra marzo e aprile, in caso di semenzaio è possibile anticipare a febbraio. Meglio comunque seminare in ambiente protetto, per esempio in piccole serre da balcone o terrazzo. I semi vanno distribuiti a file o a spaglio e ricoperti solo da un velo di terriccio molto sciolto. I semi germineranno poi in 7-14 giorni. Il trapianto in vaso o in piena terra, quando la pianta avrà raggiunto circa 6-8 cm di altezza, dovrà essere effettuato a primavera inoltrata. Il primo anno la giovane piantina sarà poco produttiva, ma già dal secondo si dovrebbe avere una ricca produzione di foglie e infiorescenze.

Talea. A partire dal secondo anno si possono prelevare, a fine primavera, le talee da piantare inizialmente in vaso e dal secondo anno a dimora nel terreno. 

Irrigazione. Come per molte piante officinali diffuse nelle zone mediterranee, anche la maggiorana è in grado di procurarsi le necessarie risorse idriche dalle piogge stagionali, pertanto l’irrigazione/innaffiatura deve essere sempre contenuta. In linea generale: se la pianta è sviluppata le irrigazioni si limitano a periodi di eccezionale siccità, se la pianta è giovane occorre bagnare periodicamente, sempre con moderazione per evitare malattie e marciumi.

 

Potature. Conviene tagliare ogni anno i rami della maggiorana accorciandoli tra gennaio-febbraio, così da regolare le dimensioni dell’arbusto e avere rametti sempre giovani, più comodi da usare, ricchi di foglioline tenere e profumate. Nelle zone fredde, i rami possono essere potati in autunno per non lasciare parti della pianta esposte a eventuali gelate.

Impianto ‘da vivaio’. La coltivazione con pianta acquistata in vivaio ha le sue regole; sia in vaso che in terra meglio piantare la maggiorana a primavera inoltrata, usando:

  • un vaso della grandezza di 30-35 cm circa con terriccio che non presenti un elevato livello di terriccio
  • un terreno misto di sabbia, particolarmente utile a tenere sciolto e leggero il terreno, e torba o terriccio ricco. Se si coltiva sul balcone la pianta andrà bagnata ma non troppo frequentemente e mai in maniera abbondante.
  • In caso di più piantine in dimora a terra distanziarle di circa 40-45 cm le une dalle altre.

Raccolta. La maggiorana, foglie e inflorescenze, si raccoglie in estate quando le infiorescenze sono appena fiorite e le foglie ancora piccole e tenere. In caso la si voglia fare seccare, scegliere rami interi così da appenderli per l’essiccazione all’ombra, in un luogo asciutto e ventilato, meglio se su un reticolato che faccia passare aria anche dalla parte sottostante. Per la conservazione, ideale è metterla in una busta di carta (come quelle per il pane) o in barattoli di vetro separando le foglie dai fiori. Le prime da utilizzare per lo più come spezia aromatica e le infiorescenze, per decotti, infusi, tisane, tinture madri o altri rimedi naturali.

***

Cura e Manutenzione. In zone caratterizzate da inverno mite non serve potare la maggiorana alla base, è sufficiente eliminare a fine estate i rametti secchi ed effettuare delle potature di contenimento perché la maggiorana tende a crescere in maniera abbondante e disordinata. Nelle zone con inverno rigido è possibile tagliare i rami a livello del terreno e coprire la pianta di paglia, favorendo così la nuova germinazione a primavera.

Parassiti. Come molte piante aromatiche, anche la maggiorana ha un’azione repellente su diversi insetti sgraditi all’orto e non soffre molto di problemi legati agli insetti. Per questo è un’ottima coltivazione per piccoli appezzamenti di terreno o giardini.

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